Wall Street termina l’ottava con una seduta incolore in attesa dei dati sui prezzi alla produzione e al consumo del mese precedente che verranno pubblicati nei prossimi giorni e che potranno anche dare un’indicazione sulle future mosse della Federal Reserve sulla direzione dei tassi di interesse.
Termina in verde anche lo S&P500 (+0,2%), mentre il Nasdaq finisce invariato ed il Russell 2000 in calo dello 0,7%, appesantito dalle difficoltà delle banche regionali.
Titoli tecnologici in odine sparso con Tesla che lascia sul terreno due punti percentuali, Amazon uno e Nvidia che realizza un progresso, invece, del +1,3%.
VIX ancora in calo di poco più dell’uno per cento a quota 12,55 punti.
Sul mercato obbligazionario rendimenti di nuovo in risalita con il Tbond che ieri ha recuperato altri quattro punti base fino al 4,5%.
Materie prime che mantengono un’intonazione positive, ma con chiusure divergenti ed opposte tra loro.
Il petrolio tenta inizialmente un allungo sfiorando la quota degli 80 dollari al barile, ma chiude in ribasso di oltre un punto percentuale poco al di sopra dei $78. Continua invece la cavalcata del rame che venerdì si apprezzato dell’uno e mezzo per cento.
Giornata a velocità differenti anche per entrambi i due principali metalli preziosi, oro ed argento. Il metallo più nobile avanza di circa l’uno per cento salendo a 2.360 dollari l’oncia. L’argento chiude con un frazionale segno negativo annullando un precedente allungo del due per cento che si infrange poco sotto quota 29 dollari l’oncia.
Tra le materie prime agricole continua la fase positiva del grano (+3,7%), con un progresso che supera il venti per cento nelle ultime tre settimane coinvolgendo anche il mais (+2,8%).
Sul mercato valutario dollaro invariato sia nei confronti della moneta unica a 1,077 che rispetto allo yen giapponese poco oltre 155,5. La banca centrale nipponica ha speso inutilmente 55 miliardi di dollari di riserve valutarie nel tentativo di difendere la moneta da una progressiva svalutazione.