Cassa Depositi e Prestiti (CDP) ha concesso a Snam un finanziamento ESG-linked (legato al raggiungimento di obiettivi sostenibili) da 200 milioni di euro, per il rifacimento del gasdotto Ravenna-Chieti.
L’opera rafforzerà l’infrastruttura dedicata al trasporto del gas naturale dal Sud al Nord Italia e sarà compatibile anche con il trasporto dell’idrogeno: garantirà così la sicurezza e competitività del sistema energetico del Paese perseguendo gli obiettivi di decarbonizzazione delineati dall’Unione Europea.
Il gasdotto Ravenna-Chieti è composto da 292 chilometri di condotta principale e 133 chilometri di linee secondarie, e assicura il servizio di trasporto del gas naturale alle aree della fascia costiera Adriatica, dalla provincia di Ravenna alla provincia di Chieti, interessando l’Emilia-Romagna, le Marche e l’Abruzzo.
La linea principale sarà completata entro il 2026 e le linee secondarie entro la fine del 2027.
Il gasdotto serve direttamente 130 punti di riconsegna a reti di distribuzione, 2 punti di
interconnessioni con altre reti di trasporto, 64 utenze industriali, 3 impianti di produzione di energia elettrica e 59 impianti di gas metano per autoveicoli, per volumi complessivi di circa 1,6 miliardi di metri cubi all’anno. Il gasdotto raccoglie inoltre la produzione di 9 campi di produzione di gas naturale, per un volume complessivo annuo di circa 0,9 miliardi di metri cubi.
Il finanziamento ESG-linked, in particolare, è connesso a target annuali di sostenibilità al
raggiungimento dei quali è legato lo spread della linea di credito e ha una scadenza a 4 anni.
Questo finanziamento sostenibile fa seguito a quello da 300 milioni concesso nell’aprile 2023 da CDP a Snam per la realizzazione della Linea Adriatica, il nuovo gasdotto in corso di realizzazione che ha l’obiettivo di assicurare l’incremento della capacità di trasporto dei punti di entrata ubicati nel Sud Italia e la cui fase 1 rientra tra i progetti da finanziare nell’ambito del RepowerEU Plan. Il gasdotto Ravenna-Chieti sarà interconnesso a questa struttura.
L’utilizzo di tecnologie trenchless, ovvero senza scavo in trincea, combinato ai ripristini ambientali a conclusione dei lavori, permetterà di salvaguardare l’ambiente e la vegetazione circostanti, consentendo la completa ricostituzione delle condizioni naturalistiche e paesaggistiche originarie del territorio. I materiali di cui sarà costituita la rinnovata infrastruttura sono idonei al trasporto di idrogeno.