Wall Street ignora totalmente il dato sull’aumento imprevisto, in termini mensili, dei prezzi alla produzione nel mese di aprile e riparte con decisione al rialzo mettendo nel mirino i massimi storici, ormai molto vicini per la gran parte dei listini principali.
E’ l’indice delle small cap – il Russell 2000 (+1,1%) – a tirare la volata, seguito in ordine decrescente dal Nasdaq (+0,8%), dallo S&P500 (+0,5%) e dal Dow Jones (+0,3%).
Tra i big della tecnologia prosegue la fase di recupero di Tesla (+3,2%), alla quale si allineano le buone performance dei semi conduttori con AMD in progresso del 1,7% e Nvidia del 1,1%.
VIX invariato a 13,4 punti.
Sul mercato obbligazionario rendimenti ancora in discesa con il Tbond che ieri ha ceduto quattro punti base terminando al 4,44%.
Materie prime che mantengono un’intonazione positiva, ma con l’ eccezione del petrolio che prosegue la sua fase di correzione.
L’oro nero scivola di oltre un punto percentuale chiudendo al di sopra dei 78 dollari al barile. Prosegue invece la corsa del rame che si apprezza di quasi altri tre punti percentuali e vola al nuovo record storico mettendo nel mirino quota cinque dollari la tonnellata.
Metalli preziosi anch’essi pronti per un nuovo rialzo con l’oro che guadagna oltre un punto percentuale risalendo a 2.360 dollari l’oncia mentre l’argento (+2,2%) si avvicina alla soglia dei $29.
Tra le materie prime agricole si ferma la corsa del grano (-2,5%) che trascina al ribasso anche la soia ed il mais di poco più dell’uno per cento.
Sul mercato valutario il dollaro si indebolisce nei confronti della moneta unica di quasi mezza figura fino a 1,083, mentre tiene rispetto allo yen giapponese intorno a 156,5.