Wall Street si entusiasma nuovamente in scia al dato dei prezzi al consumo mensile lievemente al di sotto delle attese e comunque in leggera discesa. La rilevazione mette le ali ai listini con i tre indici principali che mettono a segno i rispettivi massimi assoluti.
Il Nasdaq guadagna l’1,4%, il Russell 2000 e lo S&P500 entrambi l’1,2%, mentre il Dow Jones lo 0,9% avvicinandosi a pochi decimi di punto percentuali alla soglia dei 40.000 punti.
Tutti e quattro i listini chiudono praticamente sui massimi intraday.
Tra i big della tecnologia si interrompe la fase di recupero di Tesla la quale cede il due per cento. Molto brillanti invece tutti i semi conduttori con Nvidia in crescita del 3,6%, AMD del 4,2% e Super Micro Computer del 15,8%. Positive anche Meta, Apple e Microsoft tutte di quasi il due per cento.
VIX in calo (-8%) di un intero punto a 12,45 punti.
Sul mercato obbligazionario rendimenti ancora in forte discesa con il Tbond che ieri ha ceduto dieci punti base terminando al 4,34%.
Materie prime che mantengono un’intonazione positiva, ma con l’ eccezione del petrolio che fatica a rimbalzare.
L’oro nero ieri è scivolato inizialmente di oltre un punto percentuale fino a 77 dollari al barile recuperando successivamente nella seconda parte della seduta (+1%) fino a quasi $79. Prosegue invece la corsa del rame che ieri ha siglato il nuovo record storico. Partito a razzo (+4%), superando la quota dei cinque dollari la tonnellata, ha chiuso in progresso dell’uno per cento a $4,9.
Metalli preziosi anch’essi in gran denaro con l’oro che guadagna un punto e mezzo percentuale sfiorando quota 2.400 dollari l’oncia mentre l’argento (+4,4%) guadagna oltre un dollaro l’oncia e chiude a $29,98, ad un soffio dalla quota psicologica dei trenta dollari e al livello più elevato da oltre undici anni.
Sul mercato valutario il dollaro accentua la fase di indebolimento nei confronti della moneta unica perdendo oltre mezza figura fino a 1,089 e scivola anche rispetto allo yen giapponese fino a 154,5.