L’indice dei trenta titoli principali (+0,3%) fa capolino sopra la soglia epica dei quarantamila punti, quel tanto che è stato sufficiente per terminare (solo tre punti) al di sopra di esso. In lieve progresso anche lo S&P500 (+0,1%) capace di inerpicarsi al di sopra dei 5.300 punti, mentre il Russell 2000 ha chiuso invariato ed il Nasdaq in marginale calo (-0,1%).
Tesla guadagna l’1,5%, Google l’uno per cento, la stessa entità della discesa di Nvidia.
VIX in calo di quasi il quattro per cento al di sotto dei dodici punti a quota 11,99.
Sul mercato obbligazionario rendimenti in lieve risalita con il Tbond che venerdì si è apprezzato di sei punti base terminando al 4,42%.
Materie prime che mettono a segno una seduta da incorniciare.
Il petrolio ha guadagnato l’uno per cento chiudendo a 80 dollari al barile, per la prima volta al di sopra di tale soglia da alcune settimane. Vola il rame (+4,3%) a 5,1 dollari la tonnellata, nuovo record assoluto.
Giornata euforica soprattutto per i metalli preziosi. L’oro avanza di un punto e mezzo percentuale stabilendo il nuovo record storico a 2.420 dollari l’oncia. Si impenna, invece, l’argento il quale guadagna il 6,3% superando in una sola giornata quota 30 e 31 dollari l’oncia e stabilendo il nuovo record di chiusura dal febbraio 2013 con un prezzo finale a $31,75. Platino in progresso del 2,2% e palladio dell’uno e mezzo.
Sul mercato valutario il dollaro chiude sui livelli della seduta precedente sia nei confronti della moneta unica a 1,087 che rispetto allo yen giapponese a 155,5.