Wall Street termina la settimana in maniera brillante con l’unica eccezione del Dow Jones che chiude invariato rispetto alla seduta precedente. Ben intonati, al contrario, sia il Nasdaq (+1,1%) che le small caps (+1,0%), nonché lo S&P500 (+0,7%).
Indice tecnologico trascinato ancora una volta dal settore dei semi conduttori con il nuovo massimo assoluto di Nvidia (+2,6%) e le positive performance di AMD (+3,7%) e super Micro Computer (+4,3%). Rimbalzano anche Tesla (+3,2%) e Meta (+2,7%).
VIX in deciso ribasso (-7%) e al di sotto dei 12 punti.
Sul mercato obbligazionario prosegue la fase laterale dei rendimenti sulla scadenza decennale governativa (Tbond) con variazione di pochi punti base comprese tra il 4,4 ed il 4,5% e chiusura invariata rispetto alla seduta precedente al 4,47%.
Materie prime che consolidano le ferite di una settimana di sana correzione e probabilmente pronte per un nuovo allungo tranne qualche eccezione. Tra queste ultime sicuramente il petrolio, il quale fatica a rimbalzare. Nell’ultima seduta della scorsa ottava, l’oro nero è scivolato inizialmente fino a 76 dollari al barile per poi risalire fino a $77,8 (+1,2%) nel finale. Rame invariato mettendo fine a due sedute consecutive di forte correzione per complessivi sette punti percentuali.
Metalli preziosi anch’essi poco mossi con l’oro che non riesce a risalire al di sopra dei 2.350 dollari l’oncia, mentre l’argento riesce a chiudere la settimana, la seconda consecutiva, ancora al di sopra dei 30 dollari l’oncia.
Sul mercato valutario il dollaro cede quanto guadagnato nella seduta precedente nei confronti della moneta unica terminando a 1,085 mentre consolida quota 157 rispetto allo yen giapponese, massimo dell’ultimo quarto di secolo verso la valuta nipponica.