Gli eurolistini chiudono in ribasso mentre Wall Street procede mista dopo le prime ore di scambi.
A Milano, il Ftse Mib ha archiviato le contrattazioni in area 34.660 punti (-0,3%), in calo come il CAC 40 di Parigi (-0,9%), il Ftse di Londra (-0,7%), l’Ibex 35 di Madrid (-0,4%), il Dax di Francoforte (-0,5%).
Oltreoceano, il Nasdaq guadagna lo 0,5%, lo S&P 500 lo 0,1% mentre il Dow Jones cede lo 0,4%.
Gli operatori rimangono concentrati questa settimana sulle indicazioni provenienti dai policy maker nonché sulla pubblicazione di una serie di dati sull’inflazione dall’Australia al Giappone, dall’Eurozona agli Stati Uniti che culmineranno venerdì con il deflatore PCE, una misura dell’andamento dei prezzi attentamente monitorata dalla Federal Reserve.
Il presidente della Fed Jerome Powell ha sottolineato la necessità di ulteriori prove del rientro dell’inflazione verso l’obiettivo del 2% prima di allentare i tassi.
Sul fronte macro a maggio l’indice del Conference Board relativo alla fiducia dei consumatori negli Stati Uniti è salito, contro le attese (96 punti), a 102 punti, dai 97,5 punti del dato di aprile.
Inoltre l’indice manifatturiero nel mese di maggio elaborato dalla Federal Reserve di Dallas si è attestato a -19,4 punti, in peggioramento contro le attese (-12,1 punti) rispetto ad aprile (-14,5).
Sul Forex, l’euro/dollaro sale a 1,088, il dollaro/yen a 156,9. Tra le materie prime, in rialzo le quotazioni del greggio, con il Brent (+1,1%) a 83,8 dollari e il Wti (+2,6%) a 79,7 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund sale in area 129 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,86%.
Tornando a Piazza Affari, guida Bper Banca (+1,9%), seguita da Intesa Sanpaolo (+1,2%), Unipol (+0,8%), Banco Bpm (+0,7%), mentre arretrano in particolare Cucinelli (-2,3%), Prysmian (-2,0%), Ferrari (-2,0%), Nexi (-1,5%).