Seduta di vendite per le principali borse asiatiche in scia alla chiusura incerta di Wall Street.
Shanghai cede lo 0,2% e Shenzhen è flat. Giù Hong Kong a -1,9% e il Giappone con Nikkei a -0,8% e Topix a -1%.
Oltreoceano, il Nasdaq chiude in rialzo dello 0,6%, lo S&P500 invariato e il Dow Jones in calo dello 0,6%.
Cresce l’attesa per il deflatore PCE, una misura dell’andamento dei prezzi attentamente monitorata dalla Federal Reserve, in uscita venerdì.
L’indicatore dovrebbe mostrare un modesto sollievo dalle persistenti pressioni sui prezzi, corroborando la prudenza dei banchieri centrali riguardo ai tempi dei tagli dei tassi di interesse.
A partire da oggi, e per la prima volta dall’inizio degli anni 2000, il Dipartimento del Tesoro lancerà una serie di riacquisti mirati al debito più difficile da negoziare. Poi, a giugno, la banca centrale americana inizierà a ridurre il ritmo della riduzione del bilancio, nota come quantitative tightening.
Intanto, crescono le speculazioni secondo cui la Banca Centrale Europea prenderà tempo nel tagliare i tassi di interesse perché l’inflazione rimane elevata.
Sempre sul fronte delle banche centrali, il membro del consiglio della Banca del Giappone, Seiji Adachi, ha riconosciuto che è possibile che la debolezza dello yen possa stimolare i guadagni dei prezzi e spingere le autorità a prendere in considerazione un altro aumento dei tassi prima del previsto.
Sul fronte delle materie prime, il petrolio è salito dopo che un altro attacco nel Mar Rosso ha aggravato le tensioni geopolitiche in Medio Oriente in vista della riunione dell’OPEC+ nel fine settimana.
Sul forex, l’euro/dollaro oscilla a 1,085 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen a 157,1. Tra le materie prime, petrolio in frazionale rialzo con il Brent (+0,4%) a 84,3 dollari al barile e il Wti (+0,5%) a 80,3 dollari.