Iniziative Bresciane ha archiviato il 2023 con risultati in decisa crescita sostenuta dalle condizioni meteo favorevoli, l’entrata in esercizio di nuovi impianti nell’ambito del Progetto fiume Arno e dalla valorizzazione della partecipazione in Iniziative Bergamasche. In questo contesto, il fatturato è aumentato del 38% a circa 25 milioni, l’Ebitda del 51% a 17,6 milioni e l’utile netto è balzato a 3,7 milioni. Solido anche il lato patrimoniale dove il Gruppo è riuscito a contenere l’indebitamento netto nonostante gli investimenti nel core business. Nel frattempo, il Gruppo prosegue con approccio sostenibile l’implementazione della capacità idroelettrica installata, a partire proprio dal project in Toscana, e ha avviato le attività propedeutiche allo studio e valorizzazione di iniziative nel settore fotovoltaico.
Modello di business
Iniziative Bresciane (INBRE) opera nel settore della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, con focus su impianti idroelettrici di medie e piccole dimensioni, inferiori a 3 MW, direttamente o attraverso società operanti nel settore idroelettrico, alcune in partnership con istituzioni pubbliche e private.
Il gruppo possiede e gestisce 45 impianti idroelettrici in esercizio, in parte direttamente e in parte avvalendosi di società specializzate, che per la quasi totalità beneficiano di meccanismi di incentivazione (certificati verdi, oggi denominati GRIN, o tariffa omnicomprensiva), avendo ottenuto la qualificazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili (IAFR o FER) da parte del Gestore dei Servizi Energetici (GSE).
Gli impianti idroelettrici sono localizzati nelle province di Brescia, Bergamo, Cremona, Firenze, Lucca e Trento.
Il gruppo inoltre è titolare di progetti in corso di sviluppo e/o concessioni già rilasciate.
Ultimi avvenimenti
Lo scorso aprile il Cda di INBRE ha approvato il Bilancio di Sostenibilità 2023, da cui emerge la politica per la qualità, l’ambiente e l’energia in cui l’impegno fondamentale è il miglioramento del livello di qualità ed efficienza delle prestazioni dei propri impianti.
In coerenza con l’obbiettivo di tutelare l’ecosistema, prevenire l’inquinamento ed evitare sprechi di energia e risorse, il Gruppo svolge la propria attività all’interno dello schema di gestione per la qualità ISO 9001, ambiente ISO 14001 e dell’energia ISO 50001. Ha affrontato anche i rischi legati al cambiamento climatico avvalendosi di studi specifici relativi al “Climate Change Risk Assesment – CCRA”, finalizzati a definire il potenziale impatto generato da tale cambiamento sulle opere da realizzare, che hanno consentito di valutare positivamente gli interventi progettati.
La trasparenza e correttezza dell’operato del gruppo bresciano è stata confermata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) con un punteggio di tre stelle, il massimo ottenibile in materia di c.d. rating di legalità. Al riguardo, inoltre, Economy Award ha indicato INBRE tra le prime realtà italiane in tema di solidità e profittabilità.
Il Gruppo ha proseguito con l’implementazione di interventi di welfare aziendale. Sono concesse soluzioni quali auto aziendale (20% dei dipendenti), polizza infortuni extra-professionali (100% dei dipendenti), rimborso utenze (10% dei dipendenti); inoltre, per i dipendenti che presiedono alcuni impianti di produzione è previsto l’utilizzo in benefit della casa di abitazione. Nel corso del 2023, INBRE ha definito con Intesa Sanpaolo l’attivazione di una piattaforma welfare che sarà utilizzata per implementare le agevolazioni a favore dei dipendenti.
Nel rispetto dell’economicità, trasparenza di gestione e delle aspettative di tutti gli stakeholder, INBRE nel 2023 ha generato un valore economico totale pari a 24,7 milioni (19,1 milioni nel 2022) e distribuito per 12,5 milioni (16,3 milioni nel 2022).
Conto economico
Nel 2023 i ricavi complessivi consolidati ammontano a circa 24,8 milioni, in aumento del 38% rispetto a 18 milioni dell’esercizio 2022.
Un incremento dovuto ai proventi derivati dalla cessione dell’intera quota di partecipazione detenuta in Iniziative Bergamasche e al positivo andamento della produzione di energia idroelettrica (+55,4% a 147,6 GWh), in conseguenza sia delle favorevoli condizioni metereologiche sia dell’entrata in esercizio di quattro nuovi impianti sul Fiume Arno, in Provincia di Firenze.
L’Ebitda sale del 51% a 17,6 milioni, con un’incidenza percentuale sui ricavi netti consolidati pari al 71%, in incremento rispetto all’anno precedente (65%).
Il risultato netto ammonta a 3,7 milioni, balzato rispetto a 0,2 milioni del 2022, dopo aver stanziato ammortamenti per 9,6 milioni e imposte per 0,2 milioni.
Dati operativi
La produzione di energia idroelettrica del Gruppo ha registrato un significativo incremento, pari al 55,4%, passando da 95,0 GWh del 2022 a 147,6 GWh nel 2023.
Un andamento che ha beneficiato sia delle favorevoli condizioni metereologiche – che a partire dal secondo trimestre hanno permesso di recuperare in maniera importante quella dei primi tre mesi dell’anno, che scontavano ancora gli effetti negativi del 2022 – sia del contributo fornito dagli impianti idroelettrici in provincia di Firenze denominati Compiobbi, Ellera, Incisa e Isolotto, entrati in funzione proprio nel 2023 sul fiume Arno, per una potenza di concessione complessiva pari a 3,2 MW e produzione annua attesa di circa 18,5 GWh.
Tale produzione, equivalente al consumo di energia da parte di oltre 54 mila nuclei familiari, ha peraltro consentito di evitare emissioni di CO2 per circa 71 mila tonnellate.
A fine anno 2023 il Gruppo conta su 45 centrali operative – erano 16 alla data dell’IPO nel luglio del 2014 – corrispondenti a una potenza di concessione pari a 32,8 MW e una potenza installata complessiva di 61,1 MW.
Il Gruppo è inoltre titolare di circa una trentina di progetti in corso di sviluppo, di cui 15 concessioni in via di realizzazione (8,3 MW) e 17 iter concessori in corso di definizione (20,2 MW).
Stato patrimoniale
L’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2023 cifra in 102,8 milioni, in calo rispetto a 103,9 milioni di fine 2022, nonostante i 16,9 milioni di investimenti, materiali e immateriali, per la realizzazione di nuovi impianti, la loro gestione e la crescita delle società operative, e la distribuzione del dividendo a valere sull’utile del 2022 per complessivi 0,8 milioni (0,16 euro per azione).
Ratio
L’assetto finanziario patrimoniale è solido, con un indicatore di capacità di rimborso del debito e un indice di capitalizzazione che migliorano rispettivamente a 5,85x e 1,38x.
Il ritorno per gli azionisti, grazie all’utile d’esercizio, balza al 5% dallo 0,3% di fine dicembre 2022.
Outlook
INBRE prosegue con gli investimenti in centrali idroelettriche completando gli iter autorizzativi e concessori in corso e avviando i cantieri relativi alle centrali autorizzate.
In particolare, in Toscana, il Gruppo ha in corso la realizzazione del Progetto “fiume Arno”: 12 centrali idroelettriche sul fiume Arno, in titolarità della partecipata Iniziative Toscane, con potenza di concessione complessiva di circa 9.520 kW e produzione attesa di circa 55 GWh l’anno, in relazione alle quali INBRE ha ricevuto un finanziamento di 49 milioni da parte della Banca Europea per gli Investimenti (BEI).
Dopo l’entrata in esercizio dei primi 4 impianti del project (i già citati Compiobbi, Incisa, Ellera e Isolotto), ora il Gruppo ha in corso la realizzazione delle restanti 8 centrali, corrispondenti a una potenza di concessione di circa 6,4 MW. Inoltre, come segnalato recentemente dal management, la società sta raccogliendo “tutte le integrazioni in merito ad alcune varianti di progetto richieste dagli Enti competenti”. Varianti che, tra l’altro, “prevedono la possibilità, per un paio di centrali, di un potenziamento in termini di kilowatt installati, con evidenti benefici in termini di produzione attesa”.
Ad oggi INBRE conferma di concludere l’intero investimento entro il primo semestre 2025, secondo quanto programmato.
Parallelamente, sul fronte del fotovoltaico, INBRE sta per giungere al termine dell’iter istruttorio necessario alla realizzazione e successiva gestione di un’iniziativa nel Comune bresciano di Castel Mella per opera della società interamente controllata Castelsolar, costituta nel luglio 2023.
Il tutto senza tralasciare eventuali “opportunità di sviluppo esterno offerte dal mercato in cui opera, dando vita a nuove iniziative”.
Sul fronte dei numeri, Intesa Sanpaolo (Specialist della società), nello studio del 10 aprile, ha ritoccato le precedenti stime per il periodo 2024-2025, considerati i dati comparabili più sfidanti nei prossimi mesi (la produzione idroelettrica era aumentata del +33%, +44%, +32% rispettivamente a maggio, giugno e luglio 2023) e una certa debolezza dei prezzi dell’elettricità, nonostante la solida strategia di espansione della capacità a medio termine confermata dalla società e la forte produzione idroelettrica nazionale rilevata da Terna nei primi due mesi del 2024. Gli analisti hanno al contempo introdotto le previsioni per il 2026.
Intesa stima ora ricavi a 30,4 milioni per il FY24 che dovrebbero poi raggiungere i 31,1 milioni nel 2026.
L’Ebitda dovrebbe attestarsi a 21,1 milioni quest’anno, con il relativo margine intorno al 70%, per portarsi a 22,7 milioni a fine periodo previsionale con un margine in aumento a circa il 73%. L’utile netto è atteso a 4,9 milioni nel 2024 per salire a 6,5 milioni nel 2026, con il relativo margine in progresso fino a circa il 21% a fine periodo previsionale.
L’indebitamento finanziario netto è visto in progressivo calo dai 97 milioni stimati al 31 dicembre 2024 agli 86 milioni di fine 2026.
Alla luce di ciò, gli analisti hanno confermato la raccomandazione sul titolo INBRE a “Buy” e il prezzo obiettivo a 17,30 euro, che implica un upside potenziale di circa il 22% rispetto ai prezzi attuali.
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