Wall Street prosegue la settimana di ribassi diffusa su tutti e quattro gli indici principali, con l’unica eccezione del Russell 2000 (+1,0%), sospinta dalla debolezza dei titoli a larga capitalizzazione, i protagonisti degli ultimi recenti rialzi.
E’ la trimestrale deludente di Salesforce, una delle prime cinque società di software al mondo, a catalizzare la caduta delle società tecnologiche. La società californiana perde un quinto (-19,7%) del suo valore e trascina con sè le aziende del settore di riferimento quali Microsoft (-3,4%) e Dell (-5,2%). Anche Meta e Amazon cedono entrambe l’uno e mezzo per cento mentre HP avanza del diciassette in scia alla pubblicazione dei dati di periodo.
Il bilancio finale della seduta registra una perdita del Nasdaq pari al 1,1%, dello S&P500 dello 0,6% e del Dow Jones dello 0,9%, indice che ha lasciato sul terreno quasi 2.000 punti (-4,5%) dal massimo della scorsa settimana appena al di sopra di quota 40.000.
Vix poco mosso (+1%) a 14,45 punti.
Sul mercato obbligazionario si ferma l’ascesa dei i rendimenti sulla scadenza decennale governativa. Il Tbond scivola di otto punti base (quelli guadagnati nella seduta precedente) terminando al 4,54%.
Materie prime ancora in fase di correzione con il petrolio che perde l’uno e mezzo percento scendendo sotto la la soglia dei 78 dollari al barile. Ben peggiore invece l’andamento del rame (-2,8%).
Tra i due principali metalli preziosi, l’oro chiude invariato al di sopra dei 2.350 dollari l’oncia mentre l’argento cede oltre il tre per cento terminando poco al di sopra dei 31 dollari.
Sul mercato valutario il dollaro torna a scivolare lievemente sia nei confronti della moneta unica a 1,082 che rispetto allo yen giapponese a 156,5.