Le borse europee proseguono positive a metà seduta con i futures di Wall Street che viaggiano prevalentemente in frazionale rialzo.
A Milano, il Ftse Mib guadagna lo 0,8% a 34.759 punti, bene come il Dax di Francoforte (+0,9%), l’Ibex35 di Madrid (+0,7%), il Cac 40 di Parigi (+0,4%) e il Ftse 100 di Londra (+0,2%).
L’attenzione resta concentrata sui driver di questa settimana tra i quali i dati relativi all’inflazione nei mercati emergenti come Indonesia, Corea del Sud e Cile, nonché quelli riguardanti la crescita in Australia ed Europa. Giovedì, lo sguardo si sposterà sulla BCE che dovrebbe effettuare un primo taglio ai tassi mentre venerdì verrà pubblicato il report sull’occupazione negli Stati Uniti.
Sul fronte politico, in India, gli exit poll indicano una vittoria molto ampia per il partito del primo ministro Narendra Modi. In Messico, i risultati elettorali preliminari, dai quali emerge il successo schiacciante del partito al governo, stanno alimentando le preoccupazioni per un aumento del controllo statale.
In Sud Africa, gli investitori si stanno preparando a ulteriori tensioni dopo che le elezioni della scorsa settimana non hanno prodotto alcun vincitore assoluto e l’esito dei colloqui di coalizione rimane incerto.
Dall’agenda macroeconomica, il Pmi manifatturiero finale dell’Eurozona di maggio ha evidenziato 47,3 punti, leggermente inferiore al consensus e al dato preliminare (entrambi 47,4 punti). Il dato finale di aprile era pari a 45,7 punti.
In Italia, nello stesso mese, l’omologo indice si è attestato a 45,6 punti, in peggioramento contro le attese (48 punti) dai 47,3 punti di aprile.
Il Pmi manifatturiero finale tedesco di maggio ha riportato 45,4 punti, in linea al preliminare e alle attese mentre quello francese si è attestato a 46,4 punti, inferiore al consensus e al preliminare, entrambi a 46,7 punti.
Nel pomeriggio, occhi negli Usa su Pmi manifatturiero finale e ISM manifatturiero, entrambi di maggio.
Sul forex, l’euro/dollaro ridiscende a 1,083 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 157,0. Tra le materie prime, il petrolio resta poco mosso con il Brent (-0,1%) a 81,0 dollari al barile e il Wti (-0,1%) a 76,9 dollari. L’Opec+ ha deciso di estendere a tutto il 2025 i tagli alla produzione per sostenere i prezzi. Gli accordi stabiliscono una riduzione di 3,66 milioni di barili al giorno che sarebbe dovuta terminare alla fine di quest’anno. Inoltre è stata prorogata un’altra serie di tagli per complessivi 2,2 milioni di barili giornalieri fino alla fine del terzo trimestre del 2024.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund cala a 129 punti (-2bp), con il rendimento del decennale italiano al 3,93%.
Tornando a Piazza Affari, scatta in vetta Telecom Italia (+3,7%) dopo le parole dell’amministratore delegato Pietro Labriola, secondo cui la riduzione del debito consentirà all’azienda di “svolgere un ruolo attivo nel processo di consolidamento del mercato italiano che avverrà sicuramente nei prossimi anni”. Seguono Leonardo (+2,9%), STM e Poste Italiane (+2%), con quest’ultima che ha avviato oggi un programma di acquisto di azioni proprie per un esborso complessivo fino a 56 milioni.
Aumentano in coda le vendite su Amplifon (-2,2%) con i cali anche di Prysmian (-1,1%) e Erg (-0,9%).