Wall Street reagisce con decisione nella seconda metà dell’ultima seduta della settimana realizzando un recupero che consente agli indici di evitare una fase di correzione più marcata. Trai i minimi e i massimi intraday, lo S&P500 (+0,8%) si muove di circa un punto e mezzo percentuale. Positivo anche il Russell 2000 (+0,7%), ma soprattutto il Dow Jones (+1,5%), il quale annulla parte delle perdite della settimana. Chiude invece invariato il Nasdaq.
Tra i titoli tecnologici da segnalare il crollo di Dell computer (-18%), in scia ad una trimestrale peraltro molto confortante mentre Salesforce (+7,2%) recupera solo parte del calo della seduta precedente (-25%).
Crollo dell’indice VIX (-11%) a 12,95 punti.
Sul mercato obbligazionario seconda seduta consecutiva di discesa dei rendimenti sulla scadenza decennale governativa. Il Tbond scivola di quattro punti base fermandosi al 4,5%.
Prosegue la fase di correzione di gran parte delle materie prime. Il petrolio cede ancora l’uno percento chiudendo poco al di sopra dei 77 dollari al barile. Si attenua anche la discesa del rame (-0,7%).
Ancora bersagliati dai ribassisti i due principali metalli preziosi. L’oro perde quasi un punto percentuale scivolando al di sotto dei 2.350 dollari l’oncia, ma realizza comunque la migliore chiusura mensile di sempre. Anche l’argento (-3,1%) viene preso di mira nel tentativo di farlo terminare sotto la soglia psicologica dei trenta dollari l’oncia, ma riesce a terminare a $30,5 la più elevata chiusura dal gennaio 2013.
Sul mercato valutario il dollaro accentua la fase di debolezza scivolando nei confronti della moneta unica fino a 1,085, mentre si rafforza rispetto allo yen giapponese al nuovo record ultra-venticinquennale di 157,3.