Seduta debole per le principali borse asiatiche dopo la chiusura incerta di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente lo 0,5 e lo 0,6%, sotto la parità come Hong Kong (-0,6%) e il Giappone con Nikkei a e Topix entrambi a -0,2%.
Oltreoceano, il Dow Jones ha terminato a +0,2%, lo S&P500 flat e il Nasdaq a -0,1%.
Resta l’attenzione sulla politica monetaria. In Asia, più della metà degli osservatori della Banca del Giappone intervistati prevede che l’istituto ridurrà gli acquisti di titoli di Stato nel meeting di settimana prossima, con un numero crescente che si attende anche un rialzo dei tassi a luglio.
Focus di giornata sul job report statunitense che dovrebbe fornire nuove indicazioni sulle possibili future decisioni della Federal Reserve.
Ieri intanto la Bce, come ampiamente atteso, ha tagliato il costo del denaro di 25 punti base portando il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la Bce rispettivamente al 4,25%, 4,50% e 3,75% con effetto dal 12 giugno. Il Consiglio è “unanime a proseguire con un approccio dipendente dai dati e a decisioni che saranno prese riunione per riunione”.
La Bce ha poi rivisto al rialzo le previsioni sull’inflazione sia per il 2024 sia per il 2025, stimando che raggiungerà il target “solo nella seconda metà del 2025”. Nelle nuove proiezioni l’inflazione media è stimata al 2,5% nel 2024, in discesa al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026. Per l’inflazione al netto di energia e alimentari si stima una media del 2,8% nel 2024, del 2,2% nel 2025 e del 2,0% nel 2026.
Nella successiva conferenza stampa, la presidente Christine Lagarde ha ribadito che la Bce è determinata a riportare l’inflazione al target del 2% nel medio periodo, aggiungendo che dopo questo taglio, “la politica monetaria resta più restrittiva del settembre 2023 in termini reali”, che l’istituto sa qual è il proprio percorso e che i “prossimi mesi saranno difficili”.
Sul forex, l’euro/dollaro oscilla a 1,089 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen cala a 155,2. Tra le materie prime, petrolio poco mosso con il Brent (+0,1%) a 79,9 dollari al barile e il Wti (+0,1%) a 75,6 dollari.