SBE-Varvit è approdata in Borsa lo scorso novembre ed ha archiviato il 2023 con ricavi sostanzialmente stabili a 396 milioni (+0,9%) ma l’Ebit crolla del 19,4% a 63 milioni per maggiori costi per servizi e personale oltre agli effetti degli investimenti volti ad efficientare i processi e ad incrementare la capacità produttiva. Il 2024 si presenta mercati di sbocco deboli ed il presidente Alessandro Vescovini dichiara: “Il contesto attuale del mercato si delinea sfidante, influenzato da fattori macroeconomici incerti, ma nasconde numerose opportunità per noi che miriamo a guadagnare la fiducia di nuovi clienti grazie alla nostra riconosciuta abilità nel fornire prodotti di alta qualità.”
Modello di Business
SBE-Varvit opera nel settore della produzione, della distribuzione e della commercializzazione di un’ampia e diversificata gamma di componenti di fissaggio, tra cui viti, bulloni, dadi, prodotti stampati a freddo e a caldo, organi di fissaggio e componenti meccanici di elevato contenuto ingegneristico.
La società si caratterizza per la propria offerta integrata e verticale, che permette di monitorare costantemente ogni fase del processo produttivo e di disintermediare il mercato. Infatti, il modello di business è incentrato sulla disintermediazione di ogni fase del processo produttivo e distributivo, con il principale obiettivo di accorciare il più possibile la distanza tra produttore e cliente finale, riducendo al minimo l’intervento dei distributori.
I prodotti di SBE Varvit sono commercializzati in diversi mercati di sbocco, tra cui i settori delle macchine agricole, delle macchine movimento terra, di quelle industriali, dei veicoli commerciali, della personal mobility, dell’eolico e delle infrastrutture.
La società vanta oltre 5.000 clienti e opera attraverso 7 unità produttive, dislocate in Italia (a Monfalcone, Grugliasco, Tolmezzo, San Giuliano Milanese, Montirone e Acerra) e in Serbia (a Sabac) e attraverso 5 magazzini altamente automatizzati in Italia, in Serbia e negli Stati Uniti.
Conto Economico
Nel 2023 la società ha conseguito ricavi per 395,8 milioni sostanzialmente in linea (+0,9%) al 2022. I volumi di vendita sono stati superiori a quelli realizzati nell’esercizio 2022 ma i meccanismi di indicizzazione dei contratti con i clienti hanno comportato una diminuzione dei prezzi di vendita.
L’Ebitda si attesta a 97 milioni (-10,6%) penalizzato da maggiori costi per servizi e per il personale. L’Ebitda margin perde 3,1 punti percentuali e si colloca al 24,5%. La società precisa che, al netto di costi non ricorrenti pari a circa 8,1 milioni, di cui 3,1 milioni relativi alla quotazione in Borsa e 5 milioni legati al ritardo nello start-up dello stabilimento di Acerra, entrato a regime a gennaio 2024, l’Ebitda adjusted ammonta a 105,1 milioni e la relativa marginalità al 26,6%.
Dopo ammortamenti e accantonamenti in crescita dell’11,9% a 34,2 milioni, l’Ebit si riduce del 19,4% a 62,8 milioni.
Migliora la gestione finanziaria, con oneri in diminuzione dai 6,9 milioni del 2022 a 2,3 milioni, di cui 700 mila euro relativi a perdite su cambi, 1,4 milioni interessi passivi e la restante parte interessi relativi all’attualizzazione della passività finanziaria per l’acquisto delle quote residue in VGV.
Calano le imposte sul reddito a 2,7 milioni vs 16,4 milioni dell’esercizio 2022, per via della diminuzione del reddito imponibile e per il beneficio derivante dall’applicazione della normativa relativa al Patent Box che, pur comprendendo benefici relativi ad annualità precedenti, ha manifestato interamente i propri effetti nel 2023.
L’utile netto di competenza del gruppo si fissa a 55,3 milioni, in crescita del 6,2% rispetto all’esercizio precedente.
Stato Patrimoniale
Il patrimonio netto sale a 403,3 milioni da 310,9 milioni di fine dicembre 2022. La variazione è attribuibile ai proventi dalla quotazione in Borsa, all’utile dell’esercizio e alla scissione, operata da Varvit Immobiliare, del complesso industriale sito a Reggio Emilia e di altri immobili di Monfalcone a beneficio della SBE-Varvit, che ha accresciuto il patrimonio netto della società di 9,8 milioni.
La posizione finanziaria netta è positiva per 54,8 milioni, rispetto ad un indebitamento finanziario netto di 3,1 milioni al 31 dicembre 2022. La variazione è dovuta, oltre che alla liquidità generata dalla gestione operativa, pari a circa 86,6 milioni, all’eliminazione della passività finanziaria relative a VGV (obbligazioni cedute nel corso dell’esercizio) per 23,5 milioni e all’eliminazione dei debiti per diritti d’uso a seguito della operazione di scissione dei beni immobiliari da Varvit Immobiliare a SBE Varvit. Gli investimenti del periodo sono stati pari a 53,2 milioni.
Ratio
La posizione finanziaria netta positiva rende privo di significato il commento degli indicatori di solvibilità del debito e di capitalizzazione.
Il ritorno per gli azionisti, dato l’aumento della base patrimoniale, scende al 14,3% dal 17,6% a fine dicembre 2022.
Outlook
Il management rileva un trend di rallentamento generale dei mercati di riferimento della società, iniziato a dicembre 2023 e tuttora in atto. Tuttavia, i business acquisiti insieme al costante incremento delle quote di mercato contribuiranno, a parere dei vertici, ad attenuare considerevolmente gli effetti negativi sull’attività della società. Le attese per il 2024 sono così di una lieve contrazione (tra il 5% e il 9%) del fatturato, mentre la marginalità operativa dovrebbe confermarsi tra il 25% e il 28%.
Il 2024 sarà inoltre un anno importante per completare il piano di investimenti e l’aumento dell’organico, pianificati per incrementare ulteriormente la capacità produttiva e il livello tecnologico.
Le stime degli analisti
Equita Sim, European Growth Advisor, nello studio del 19 aprile, rivede al ribasso le proprie stime su ricavi e redditività in considerazione del perdurare della debolezza dei mercati di sbocco.
Per il 2024 gli analisti si aspettano ricavi in diminuzione a 370 milioni, verso i 396 milioni di fine 2023 e un Ebitda pari a 98,2 milioni, sostanzialmente in linea con l’esercizio precedente (97 milioni).
Per gli anni successivi i ricavi sono attesi in graduale aumento fino a 416 milioni a fine 2026 e la marginalità operativa è prevista in miglioramento e nell’intorno del 27% rispetto al 24,5% del 2023.
La liquidità netta disponibile è stimata in 143 milioni a fine periodo previsionale, grazie alla cassa generata dalla gestione operativa e nonostante si prevedano investimenti per 108 milioni nell’arco dei tre anni.
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