Mercati asiatici – Deboli in vista della Bank of Japan e dopo la Fed

Seduta perlopiù debole per le principali borse asiatiche nonostante la chiusura prevalentemente positiva di ieri a Wall Street.

Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente lo 0,4 e lo 0,7%, in calo come il Giappone con Nikkei -0,4% e Topix -0,9%. Resiste Hong Kong a +0,3%

Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a +1,5%, lo S&P500 a +0,9%, entrambi su nuovi record. Più cauto il Dow Jones (-0,1%).

Il tutto all’indomani della decisione della Federal Reserve di lasciare invariati i tassi d’interesse nell’intervallo tra il 5,25% e il 5,5%, ai massimi degli ultimi vent’anni, alla luce di un’inflazione che resta “elevata” e di progressi “modesti” per portarla all’obiettivo del 2%. Ha poi ridotto le sue previsioni sugli allentamenti a un solo taglio da un quarto di punto nel corso del 2024 rispetto ai tre che erano previsti a marzo, in base alle dot-plot.

Nella successiva conferenza stampa, Powell ha spiegato che tagliare i tassi “troppo velocemente o troppo potrebbe portare indietro” nel contrasto all’inflazione. Per la riduzione dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, quindi “ci vorrà un po’ più di tempo, c’è un taglio in meno quest’anno ma ce ne sarà uno in più il prossimo anno”, aggiungendo che nel lungo termine, comunque, il punto di atterraggio è “lo stesso”.

Pur confermando l’attesa di un’inflazione al 2% nel 2026, la Fed stima ora un aumento dei prezzi del 2,6% per quest’anno e del 2,3% sul prossimo, a fronte rispettivamente del 2,4% e del 2,2% indicati tre mesi fa. Le stime di crescita economica sono state confermate ovvero 2,1% quest’anno e 2% sia nel 2025 che nel 2026.

Domani sarà il turno della Bank of Japan.

Sullo sfondo pesano le tensioni geopolitiche in scia alla notizia che l’Unione europea è pronta a imporre dazi fino al 48% sulle importazioni di auto elettriche dalla Cina. La Commissione Ue ha comunicato l’ammontare delle tariffe addizionali che varieranno casa per casa e si aggiungeranno al 10% già previsto. Pechino ha esortato l’Ue “a correggere immediatamente le sue pratiche sbagliate”, riservandosi di adottare “in modo risoluto tutte le misure necessarie” a tutela delle proprie aziende.

Sul forex, l’euro/dollaro oscilla a 1,08 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen balza a 157,2. Tra le materie prime, petrolio in frazionale ribasso con il Brent (-0,4%) a 82,3 dollari al barile e il Wti (-0,4%) a 78,2 dollari.