Wall Street mantiene complessivamente il suo cammino positivo nell’ennesima settimana dei record, ma caratterizzata da una decisa correzione degli indici europei in parte indotta dal risultato imprevisto delle elezioni continentali.
Il listino domestico delle small caps prosegue la sua fase di netta sotto performance rispetto ai tre indici principali. Nella giornata di venerdì ha fatto per un attimo capolino al di sotto della soglia psicologica dei 2.000 punti chiudendo poco al di sopra di tale supporto, ma a ridosso dei minimi di giornata.
Comportamento invece opposto per gli altri tre indici, i quali sono partiti in sordina e hanno recuperato il gap iniziale terminando tutti sui massimi intraday con Dow Jones in calo dello 0,1%, S&P500 dello 0,05% e Nasdaq in progresso dello 0,15%, nuovo massimo storico.
Ennesimo progresso di Nvidia (+1,75%), la quale trascina Broadcom (+3,35%), mentre Adobe si apprezza del 14,5%. In calo tutto il settore croceristico ed in particolare Norwegian Cruise (-7,5%) Carnival (-7,1%).
Indice VIX in rialzo del sei per cento a quota 12,65 punti.
Sul mercato obbligazionario si arresta la discesa dei rendimenti che arretrano sulla scadenza decennale (Tbond) di un solo punto base scivolando al 4,22%.
Tra le materie prime, il petrolio chiude invariato, ma ancora al di sopra dei 78 dollari al barile. Rame in modesto rialzo di mezzo punto percentuale.
Metalli preziosi che riescono finalmente a mettere a segno un primo rimbalzo al termine di una settimana molto negativa. L’oro avanza dell’uno per cento e l’argento dell’uno e mezzo, malgrado la rivalutazione del biglietto verde.
Sul mercato valutario il dollaro si apprezza di un’altra mezza figura nei confronti della moneta unica chiudendo a 1,07, mentre perde qualche frazione di punto rispetto allo yen giapponese terminato a 157,3. Nuovo massimo storico invece della valuta statunitense rispetto alla lira turca a 32,8.