Gli eurolistini chiudono in rialzo simile all’andamento di Wall Street.
A Milano, il Ftse Mib archivia gli scambi con un +1,4% a 33.675 punti, positivo come il Cac 40 di Parigi (+1,3%), il Dax di Francoforte (+1,0%), l’Ibex 35 di Madrid (+0,9%), il FTSE 100 di Londra (+0,8%).
Oltreoceano il Dow Jones guadagna lo 0,2%, lo S&P500 lo 0,1% e il Nasdaq procede invariato.
L’attenzione resta sulle decisioni di politica monetaria e sull’agenda macroeconomica.
Come previsto dagli economisti, la Norges Bank ha lasciato i tassi invariati al 4,5%, la Swiss National Bank li ha tagliati di 25 punti base all’1,25% mentre la Bank of England ha mantenuto il il tasso bancario al 5,25%.
L’istituto inglese riporta che l’inflazione CPI su dodici mesi è scesa al 2,0% a maggio dal 3,2% di marzo, vicino alla proiezione del Rapporto sulla politica monetaria di maggio. Anche gli indicatori delle aspettative di inflazione a breve termine hanno continuato a moderarsi, in particolare per le famiglie. Stima che l’inflazione CPI aumenterà leggermente nella seconda metà di quest’anno, poiché i cali dei prezzi energetici dello scorso anno non rientrano nel confronto annuale.
La politica monetaria – riporta una nota – dovrà rimanere restrittiva per un periodo sufficientemente lungo da riportare l’inflazione al target del 2% in modo sostenibile nel medio termine, in linea con il mandato del Monetary Policy Committee.
Riguardo la BCE, il Consiglio direttivo “è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine e manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire questo obiettivo”, ribadisce l’istituto nel suo bollettino mensile. Tuttavia, pur con un’inflazione tornata ad accelerare a maggio al 2,6%, “gran parte delle misure dell’inflazione di fondo è nuovamente scesa ad aprile” confermando “il quadro di graduale diminuzione delle pressioni sui prezzi”.
Dall’agenda macroeconomica, a giugno l’indice sulla fiducia dei consumatori preliminare dell’Eurozona si è attestata a -14,0 punti, in recupero meno delle attese (-13,8 punti) dal mese precedente (-14,3).
nella settimana al 15 giugno le richieste di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono state 238mila, inferiori alle 243mila della settimana precedente (riviste da 242mila unità) ma al di sopra delle 235mila del consensus. Il numero totale di richiedenti l’indennità di disoccupazione nella settimana conclusa l’8 giugno è stato di 1,828 milioni, in aumento rispetto alla settimana precedente (1,813 milioni rivisto da 1,820 milioni) e delle attese (1,810 milioni).
A giugno l’indice di fiducia commerciale dei produttori del distretto di Philadelphia è calato contro le attese (5 punti) a 1,3 punti dai 4,5 punti di maggio.
A maggio l’indice dei prezzi alla produzione in Germania ha registrato una variazione nulla su base mensile, sotto le attese (+0,1%) e rispetto al +0,2% del mese precedente. Su base annua è calato del 2,2% a/a, a fronte di un -2,0% atteso dagli analisti e del -3,3% del mese precedente.
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,072, mentre il cambio dollaro/yen sale a 158,7. Tra le materie prime, il petrolio sale con il Brent (+0,4%) a 85,5 dollari e il Wti (+0,4%) a 81,0.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund scende a 151 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,94%.
Tornando a Piazza Affari, guida Recordati (+2,9%) seguita da A2a (+2,5%), Cucinelli (+2,5%), Azimut (+2,4%). Si posiziona in coda solo Iveco (-0,1%).