Wall Street parte di nuovo lancia in resta grazie al suo titolo guida che mette a segno un iniziale guadagno del 3,5%, raggiunge i $140 (nuovo massimo assoluto) sfiorando una capitalizzazione di 3,5 trilioni di dollari. Successivamente inizia invece la correzione ed il titolo chiude in ribasso del 3,5% con un oscillazione intraday, rispetto al massimo toccato in apertura, di circa l’otto per cento. La società, leader nella produzione di semi conduttori, trascina con sè nella discesa anche Apple (-2%). Micron (-6%), Broadcom (-3,8%) e Tesla (-1,8%).
In calo anche lo S&P500 (-0,3%),dopo un iniziale balzo oltre quota 5.500 punti, prima assoluta, ed il Russell 2000 (-0,4%) il quale fatica a mantenere la quota dei 2.000 punti.
Unica nota positiva della giornata è invece il Dow Jones (+0,8%).
Indice VIX in rialzo di oltre un punto (+8%) a quota 13,43 punti.
Sul mercato obbligazionario lieve risalita dei rendimenti sulla parte lunga della curva dei tassi di interesse. Il Tbond è avanzato di tre punti base fino al 4,25%
Tra le materie prime, il petrolio si apprezza di un altro punto percentuale superando anche la soglia degli 81 dollari al barile.
Risveglio dei metalli preziosi con l’oro che avanza di oltre l’uno per cento e l’argento del quattro tornando a chiudere ben al di sopra della soglia psicologica e tecnica dei 30 dollari l’oncia.
In difficoltà invece le materie prime agricole con frumento, mai e soia che cedono tutte il due per cento ed il frumento che porta la correzione ad oltre il venti per cento in poco più di due settimane.
Sul mercato valutario il dollaro mantiene la posizione nei confronti della moneta unica chiudendo a 1,072, mentre guadagna oltre una figura rispetto allo yen giapponese sfiorando quota 159, nuovo record da oltre un quarto di secolo verso la valuta nipponica. In ripresa anche il rublo russo che risale fino ad 87,5 rispetto al biglietto verde.