Mercati asiatici – Bene il Giappone, in controtendenza la Cina

Seduta prevalentemente in rialzo per le principali borse asiatiche in scia alla chiusura positiva e i nuovi record di ieri a Wall Street.

Bene il Giappone, con Nikkei e Topix entrambi a +1%, più cauto Hong Kong (+0,1%). In controtendenza la Cina con Shanghai e Shenzhen che cedono rispettivamente lo 0,5 e l’1,1%.

Oltreoceano, il bilancio della seduta prefestiva ha registrato un rialzo del Nasdaq (+0,9%) e del S&P500 (+0,5%), in flessione invece il Dow Jones (-0,1%). Oggi i listini Usa rimarranno chiusi per il Giorno dell’Indipendenza.

Persistono le speculazioni secondo cui la Banca del Giappone inasprirà la politica monetaria solo gradualmente.

In Cina permangono timori sulla vacillante ripresa economica in vista del cruciale terzo plenum del partito comunista di fine mese.

Una serie di dati economici deboli negli Stati Uniti hanno sostenuto la necessità di tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve. Mercoledì i rapporti hanno mostrato che il settore dei servizi americano si è contratto al ritmo più veloce degli ultimi quattro anni, e il mercato del lavoro ha visto ulteriori segnali di indebolimento.

Infatti, a giugno l’indice ISM dei servizi degli Stati Uniti ha registrato un valore di 48,8 punti, in peggioramento oltre le previsioni (52,7 punti) rispetto ai 53,8 punti di maggio.

In attesa del Job Report, in uscita venerdì, la stima ADP sull’occupazione ha evidenziato a giugno 150mila nuovi posti di lavoro, in calo contro le attese (165mila) rispetto ai 157mila del mese precedente.

Sempre sul fronte lavoro, nella settimana al 29 giugno le nuove richieste di disoccupazione negli Stati Uniti sono state 238mila, al di sopra delle 235mila delle previsioni e delle 234mila della settimana precedente.

Inoltre, i verbali della riunione politica della Fed di giugno hanno mostrato che i funzionari erano in attesa di prove che l’inflazione si stesse raffreddando ed erano divisi su quanto tempo mantenere i tassi elevati. I trader prevedevano quasi due tagli dei tassi nel 2024, di cui il primo a novembre, anche se sono aumentate le scommesse su una riduzione dei tassi a settembre.

Il presidente della Fed di Chicago, Austan Goolsbee, ha affermato che ci sono ancora molti dati che la banca centrale americana deve vedere prima di ottenere la fiducia necessaria per tagliare i tassi di interesse.

Occhi anche sulla corsa per le presidenziali Usa con gli operatori che stanno cercando indicazioni sull’eventuale ritiro del presidente Joe Biden.

Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,079 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen scende a 161,4. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-0,6%) a 86,8 dollari al barile e il Wti (-0,7%) a 83,3 dollari.