Wall Street riparte lancia in resta, dopo la giornata festiva, e realizza altri massimi assoluti, ma solo per due dei quattro indici principali. Continua infatti la distonia sia con il Dow Jones (+0,2%), comunque non lontano (meno del due per cento) dai recenti massimi storici, ma soprattutto con il Russell 2000 che cede invece mezzo punto percentuale. L’indice delle small caps realizza inoltre la peggiore performance semestrale della sua storia (dal 1979) con un calo del 15% da inizio anno.
A tirare ancora la volata ancora i titoli tecnologici ad elevata capitalizzazione con Apple (+2,1%) e Microsoft (+1,5%) che registrano l’ennesimo massimo assoluto. Uniti a Nvidia (-1,9%) hanno superato i 10 trilioni di dollari di capitalizzazione. Continua anche il trend positivo di Tesla (+2,1%) che si è apprezzata del quarantaquattro per cento nell’ultimo mese.
Indice VIX in rialzo di tre punti percentuali a quota 12,5 punti.
Sul mercato obbligazionario prosegue la discesa dei rendimenti sulla parte lunga della curva dei tassi di interesse per la terza seduta consecutiva. Ieri il Tbond ha ceduto altri sette punti base chiudendo al 4,28%.
Materie prime che proseguono l’importante fase di recupero in atto da inizio mese, con l’eccezione del petrolio che termina invariato nelle ultime due sedute sempre intorno agli 83,5 dollari al barile. Rimbalza invece ancora il rame che realizza un progresso del tre per cento.
Ultime due sedute della scorsa ottava molto brillanti anche per i due principali metalli preziosi con l’oro che guadagna oltre il due per cento chiudendo ad una inezia dai 2.400 dollari l’oncia e l’argento che avanza del cinque sopravanzando anche quota $31,5.
Sul mercato valutario il biglietto verde cede mezza figura nei confronti della moneta unica fino a 1,083 e una intera rispetto allo yen giapponese fino a quota 160,5.