Il lieve calo del livello dei prezzi al consumo nel mese di giugno, sia su base annuale che mensile, provoca il calo sia del Nasdaq (-2,0%) che dello S&P500 (-0,9%) con quest’ultimo che interrompe una striscia positiva in essere dal 28 giugno. Il denaro scivola invece vero gli indici che contengono titoli più sensibili al possibile prossimo calo dei tassi di interesse con il Dow Jones che guadagna un decimo di punto percentuale ed il Russell 2000 che invece si apprezza del 3,6%.
Protagonisti della seduta, questa volta in negativo, tutti i titoli tecnologici capitanati da Tesla (-8,5%), Nvidia (-5,6%), Apple (-2,3%), Microsoft (-2,5%), Meta (-4,1%) e Amazon (-2,4%).
Indice VIX in rialzo dell’uno per cento a quota 12,95 punti.
Sul mercato obbligazionario l’aspettativa di un prossimo calo dei tassi di interesse provoca un discesa del Tbond di otto punti base al 4,20%.
Materie prime in netto recupero con l’unica eccezione del rame il quale cede due punti percentuali. Il petrolio avanza invece di oltre l’uno per cento, sfiorando in chiusura gli 84 dollari al barile.
Rialzano la testa anche i due principali metalli preziosi – oro ed argento – con il metallo più nobile che guadagna quasi il due per cento risalendo al di sopra dei 2.400 dollari l’oncia, mentre l’argento supera i due punti percentuali di crescita ma non riesce a salire oltre la soglia dei $32, fermandosi poco al di sopra dei $31,5.
Sul mercato valutario il biglietto verde si appesantisce, in scia al dato macro economico, in misura lieve nei confronti della moneta unica fino a 1,087 e sensibilmente più marcata invece rispetto allo yen giapponese verso il quale cede quasi tre intere figure chiudendo a 158,7.