Le borse europee chiudono prevalentemente in denaro, con Wall Street negativa dopo le prime ore di contrattazioni.
A Milano, il Ftse Mib archivia gli scambi con un +0,4% a 34.529 punti, positivo come l’Ibex 35 di Madrid (+0,4%), il Cac 40 di Parigi (+0,2%), il Ftse 100 di Londra (+0,2%). Chiude sotto la pari il Dax di Francoforte (-0,4%).
Oltreoceano il Nasdaq cede l’1,1%, lo S&P 500 lo 0,7% e il Dow Jones lo 0,6%.
L’Eurotower, come previsto, ha lasciato invariato il costo del denaro confermando quindi al 4,25% il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali, al 4,50% quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale ed al 3,75% quello sui depositi.
Nella successiva conferenza stampa, la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha affermato che “Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione al suo obiettivo del 2% a medio termine e manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire questo fine”.
L’inflazione è attesa oscillare intorno ai livelli attuali per il resto dell’anno, in parte a causa degli effetti base legati all’energia. “Nella seconda metà del prossimo anno”, spiega Lagarde, “dovrebbe poi scendere verso il nostro obiettivo (2%), grazie alla crescita più debole del costo del lavoro, agli effetti della nostra politica monetaria restrittiva e al venir meno dell’impatto della passata impennata dell’inflazione”.
“Per determinare livello e durata adeguati della restrizione”, prosegue Lagarde, “il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione”, aggiungendo che la questione su un possibile taglio dei tassi a settembre è “aperta e dipenderà dai dati” che riceverà l’istituto.
Sempre in Europa, Ursula Von der Leyen è rieletta presidente della Commissione Europea con 401 voti.
Negli Usa, i nuovi segnali di raffreddamento del mercato del lavoro rafforzano le prospettive che la Federal Reserve taglierà i tassi già a settembre.
Il tutto in scia alle richieste di sussidi di disoccupazione che, nella settimana al 13 luglio, sono state pari a 243mila unità, in aumento oltre le attese (229mila) dalle 223mila della settimana precedente (riviste da 222mila unità). Il numero totale di richiedenti l’indennità di disoccupazione nella settimana conclusa il 6 luglio è stato di 1,867 milioni, salite più del consensus (1,856 milioni) rispetto alla settimana precedente (1,847 milioni rivisto da 1,852 milioni).
Nella stessa area, a luglio l’indice di fiducia commerciale dei produttori del distretto di Philadelphia è salito ben oltre il consensus (2,9 punti) a 13,9 punti dai 1,3 punti di giugno.
A giugno il Leading Index del Conference Board statunitense ha recuperato leggermente più delle attese (-0,3%) a -0,2% dal -0,4% del mese precedente (rivisto da -0,5%).
Dall’agenda odierna, inoltre, nel Regno Unito, il tasso medio di disoccupazione del trimestre terminato a maggio è rimasto stabile rispetto al mese precedente al 4,4%, in linea con le attese. A giugno il numero dei senza lavoro che hanno chiesto un sussidio di disoccupazione è aumentato di 32,3mila unità dopo l’incremento di 51,9mila di maggio (dato rivisto da un aumento di 50,4mila unità). Sempre a giugno, il tasso di richieste di disoccupazione, espresso come percentuale della forza lavoro totale, è in crescita del 4,4% rispetto al +4,3% del mese precedente.
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,091, il cambio dollaro/yen sale a 157,0. Tra le materie prime, poco mosse le quotazioni del greggio con il Brent (+0,1%) a 85,2 dollari e il Wti (+0,1%) a 81,5 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund sale a 131 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,69%.
Tornando a Piazza Affari, guida Iveco Group (+5,8%) seguita da Stellantis (+1,9%), Snam (+1,8%), Inwit (+1,8%). Chiudono in coda Prysmian (-1,6%), Stmicroelectronics (-1,5%), Recordati (-1,0%), Amplifon (-0,8%).