Wall Street prosegue la rotazione degli indici principali, ma in misura sempre più marcata. Ieri si è salvato solo il listino dei 30 titoli principali che ha superato anche quota 41.000 punti.
Al contrario si è registrato un calo del Russell 2000 (-1,1%), il quale interrompe una striscia positiva di sei sedute consecutive. In discesa anche lo S&P500 (-1,4%) il quale registra la peggior giornata dallo scorso aprile, mentre il Nasdaq (-2,8%) la più negativa dal dicembre 2022 con tutta la batteria dei titoli tecnologici e dei semi conduttori in forte contrazione.
Nello specifico: Nvidia (-6,6%), Meta (-5,6%), AMD (-10,2%), Broadcom (-7,9%), Applied Materials (-10,5%), Marvell (-10,2%), Tesla (-3,1%) e Apple (-2,5%).
Indice VIX in progresso di quasi il dieci per cento a quota 14,5 punti.
Mercato obbligazionario con rendimenti stabili sulla parte lunga della curva dei tassi di interesse. Il Tbond ha chiuso invariato a quota 4,16%.
Le materie prime registrano invece ancora movimenti significativi, ma in direzioni opposte. Ieri è stato infatti il petrolio a muoversi in contro tendenza salendo di due punti percentuali risalendo oltre quota 81 dollari al barile. Negativa, invece, la performance del rame in calo dell’uno per cento.
Andamento contrastato anche per i due principali metalli preziosi – oro ed argento – con il metallo più nobile che si difende cedendo pochi decimi di punto percentuale e riuscendo a chiudere al di sopra dei 2.450 dollari l’oncia, mentre l’argento cede oltre il tre per cento fermandosi ben sotto quota $31.
Sul mercato valutario prosegue la fase debolezza del biglietto verde che scivola a 1.093 nei confronti della moneta unica e a 156,2 rispetto allo yen cedendo ben oltre due intere figure rispetto alla valuta nipponica.