Seduta perlopiù debole per le principali borse asiatiche in scia alla chiusura negativa di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen scambiano rispettivamente a -0,1 e +0,5%, Hong Kong cede il 2% mentre, in Giappone, Nikkei e Topix cedono lo 0,2 e lo 0,4%.
Oltreoceano, il Dow Jones ha terminato a -1,3%, lo S&P500 -0,8% e il Nasdaq a -0,7%.
Nel complesso, i rischi economici e geopolitici prevalgono sull’ottimismo degli investitori sui tagli ai tassi di interesse.
Restano infatti le preoccupazioni per nuove tensioni tra Stati Uniti e Cina in scia alle recenti dichiarazioni dell’amministrazione Biden che sta valutando restrizioni commerciali più severe se aziende come Tokyo Electron e ASML continueranno a fornire a Pechino l’accesso alla tecnologia avanzata dei semiconduttori.
Pesa inoltre la delusione per il Terzo Plenum del Partito Comunista dopo che il presidente Xi Jinping, pur promettendo di fare dello “sviluppo di alta qualità” la forza trainante della seconda economia mondiale, ha fornito poche indicazioni sulle mosse importanti da intraprendere per stimolare la domanda e arrestare il crollo del settore immobiliare.
Negli Usa, allo stesso tempo, resta l’aspettativa che la Federal Reserve taglierà i tassi già a settembre dopo che le richieste di sussidi di disoccupazione hanno riportato il maggiore aumento da inizio di maggio, segnalando ulteriormente un raffreddamento nel mercato del lavoro. Il tutto accompagnato da una crescente fiducia che ci si stia avvicinando a una stabilità dei prezzi.
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,089 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen sale a 157,8. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-0,5%) a 84,7 dollari al barile e il Wti (-0,8%) a 80,7 dollari.