Partenza negativa per le principali borse europee con lo sguardo alle banche centrali, alle presidenziali americane mentre sullo sfondo restano i timori per le tensioni Usa-Cina.
A Milano, il Ftse Mib cede lo 0,5% a 34.355 punti, giù come l’Ibex35 di Madrid (-0,3%), il Cac 40 di Parigi (-0,6%), il Dax di Francoforte (-0,7%) e il Ftse 100 di Londra (-0,9%).
Come previsto, ieri la Bce ha lasciato i tassi invariati al 3,75%, preferendo la linea della prudenza.
I dati sulle richieste di disoccupazione negli Stati Uniti, diffusi ieri, hanno mostrato il maggiore aumento dall’inizio di maggio, un segnale di raffreddamento nel mercato del lavoro che supporta le aspettative che la Federal Reserve taglierà presto i tassi di interesse. La banca centrale si sta avvicinando alla riduzione dei costi di finanziamento a settembre, in un contesto di crescente fiducia che la stabilità dei prezzi sia in vista.
Gli investitori stanno anche valutando segnali che la presa del presidente Joe Biden sulla nomina presidenziale democratica sembri allentarsi. La ex presidente democratica della Camera Nancy Pelosi pensa che Biden possa essere convinto entro breve a lasciare la corsa per un secondo mandato alla Casa Bianca, secondo il Washington Post che ha citato fonti anonime.
In Asia, il Terzo Plenum cinese non è riuscito a convincere gli investitori del nuovo slancio di crescita dell’economia. Il presidente Xi Jinping ha promesso di fare dello “sviluppo di alta qualità” la forza trainante della seconda economia mondiale, mostrando però pochi segnali iniziali che la massima leadership si stia preparando a intraprendere passi importanti per stimolare la domanda o arrestare il crollo immobiliare.
Sullo sfondo permangono preoccupazioni per nuove tensioni tra Stati Uniti e Cina in scia alle recenti dichiarazioni dell’amministrazione Biden che sta valutando restrizioni commerciali più severe se aziende come Tokyo Electron e ASML continueranno a fornire a Pechino l’accesso alla tecnologia avanzata dei semiconduttori.
Dall’agenda macro intanto è emerso che nel Regno Unito, a giugno, le vendite al dettaglio incluso il carburante sono scese su base mensile dell’1,2%, in calo oltre le attese (-0,6%), dopo il +2,9% di maggio. Su base annua il dato segna un decremento dello 0,2% contro il +0,2% del consensus, dopo il +1,7% del mese precedente (rivisto da +1,3%).
Le vendite al dettaglio escluso il carburante su base mensile sono scese dell’1,5%, rispetto al -0,5% delle previsioni, dopo il +2,9% di maggio. Su base annua si registra una variazione negativa dello 0,8% (consensus +0,2%) dopo il +1,6% della rilevazione precedente (rivisto da +1,2%).
Sempre a giugno, in Germania, l’indice dei prezzi alla produzione ha registrato una crescita dello 0,2% su base mensile, accelerando leggermente più delle attese (+0,1%) dalla stabilità di maggio. Il dato su base annua ha evidenziato un calo dell’1,6%, in linea al consensus ma al di sopra rispetto al -2,2% del mese precedente.
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,089 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 157,2. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-0,6%) a 84,6 dollari al barile e il Wti (-0,9%) a 80,6 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund riparte da 132 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,72%.
Tornando a Piazza Affari, guidano in avvio Prysmian (+1,1%) e Leonardo (+1%), seguite da Moncler e Ferrari (+0,5%). In coda Stellantis e Italgas (-1,1%), ERG ed Eni (-1%).