Seduta di vendite per le principali borse asiatiche – con la Borsa di Taiwan chiusa per un tifone – dopo la chiusura debole di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente lo 0,3 e l’1,1%, debole anche Hong Kong (-0,8%) mentre fa peggio il Giappone con Nikkei a -1,2% e Topix a -1,4%.
Oltreoceano, Nasdaq e Dow Jones hanno terminato a -0,1%, lo S&P500 a -0,2%.
Sentiment segnato dai deludenti risultati delle società tecnologiche a mega capitalizzazione. Gli utili di alcune delle più grandi aziende americane, tra cui Tesla e Alphabet, sono stati considerati insufficienti a giustificare il recente rally delle azioni globali.
Resta l’attenzione sulla politica monetaria in scia ai rumour secondo cui alcuni funzionari della banca centrale giapponese sarebbero favorevoli ad aumentare i tassi nella riunione di fine luglio mentre altri ritengono che la debolezza nella spesa dei consumatori complichi la loro decisione.
Intanto dall’agenda macro, l’indice Pmi manifatturiero giapponese della Jibun Bank è sceso a 49,2 punti a luglio (dato preliminare) da 50,0 punti di giugno, a fronte dei 50,5 punti previsti dagli analisti.
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,084 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 154,6. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+0,5%) a 81,4 dollari al barile e il Wti (+0,5%) a 77,4 dollari, interrompendo una serie di cali, dopo che un rapporto del settore ha indicato che le scorte di greggio statunitensi sono diminuite per la quarta settimana.