Seduta dominata dalle vendite per le principali borse asiatiche, con il listino di Taiwan ancora fermo per un tifone e in scia alla chiusura in rosso di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen scambiano rispettivamente a -0,7% e flat, ancora peggio Hong Kong (-1,7%) e il Giappone con Nikkei a -3,2% e Topix a -2,8%.
Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a -3,6%, lo S&P500 a -2,3% e il Dow Jones a -1,2%.
La Banca popolare cinese ha inaspettatamente abbassato il tasso sui prestiti a medio termine al 2,3% dal precedente 2,5%, effettuando pertanto il maggior taglio da aprile 2020. Mossa che, unitamente alla riduzione a sorpresa del tasso a breve termine, è orientata stimolare l’attività economica del Paese asiatico.
Sempre in tema di politica monetaria, l’ex presidente della Fed di New York William Dudley ha chiesto un costo del denaro più basso, preferibilmente già durante la riunione della prossima settimana. Per molti analisti, una mossa del genere sarebbe preoccupante in quanto indicherebbe che i funzionari si stanno affrettando per evitare una recessione.
Sono attese nuove indicazioni dal PIL Usa in uscita nel oggi pomeriggio e dal deflatore PCE in calendario domani.
Infine, resta l’attenzione sulla stagione delle trimestrali con Alphabet (-5%) e Tesla (-12,3%) ancora sotto pressione dopo i conti.
Sul forex, l’euro/dollaro oscilla a 1,083 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen scivola a 152,7. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-0,7%) a 81,1 dollari al barile e il Wti (-0,8%) a 77,0 dollari.