Listini domestici in piena elevata volatilità i quali recuperano con gli interessi il calo di inizio settimana ed in particolare quello più severo della seduta precedente.
Nvidia ha guadagnato ieri ben 380 miliardi di dollari di capitalizzazione dell’oltre trilione lasciato sul terreno nelle cinque settimane rispetto al picco registrato il 20 di giugno.
Stessa sorte più o meno anche per Broadcom (+12%), mentre brillano anche gli altri semi conduttori: AMD (+4,3%) e Super Micro Computer (+5,3%).
Tra i big tecnologici scivola solo Microsoft (-1,1%), in scia all’uscita della trimestrale, la quale tuttavia limita le perdite grazie alla giornata euforica di tutto il comparto.
La riunione della Federal Reserve, che lascia invariati i tassi di interesse e non dà indicazioni precise sul prossimo taglio a settembre, non condiziona l’esito brillante della seduta per tutti gli altri indici principali con lo S&P500 in progresso del 1,6%, il Russell 2000 di mezzo punto percentuale e il Dow Jones dello 0,25%
Indice VIX in marcato ribasso (-8%) a quota 16,35 punti.
Mercato obbligazionario con rendimenti ancora in netto calo sulla parte lunga della curva dei tassi con il mercato che scommette sul prossimo taglio. Il Tbond cede otto punti base scivolando al 4,06%.
Materie prime trascinate anch’esse al rialzo dall’euforia del mercato azionario. Recupera con decisione il petrolio guadagnando oltre il tre per cento, anche in scia alle nuove tensioni medio orientali, superando di slancio quota 78 dollari al barile.
Giornata altrettanto brillante anche per i due principali metalli preziosi – oro e argento – i quali avanzano rispettivamente di quasi due punti percentuale il primo e di poco oltre il secondo. Il metallo giallo si riporta ad un passo dalla soglia dei 2.500 dollari l’oncia.
Sul mercato valutario il biglietto verde rimane stabile nei confronti della moneta unica fino a 1,081, mentre cede ben quattro intere figure rispetto allo yen scivolando al di sotto di 150, in seguiti alla decisione della Banca Centrale nipponica di alzare i tassi di interesse. Nuovo record negativo, invece, della lira turca a 33,15.