Altra seduta da dimenticare per principali borse asiatiche dopo la nuova chiusura in rosso di venerdì a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente lo 0,9 e l’1,1%, male Hong Kong (-1,9%) ma a crollare è soprattutto il Giappone con Nikkei e Topix a picco rispettivamente dell’11,8 e del 12,3%.
Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a -2,4%, lo S&P500 a -1,8% e il Dow Jones a -1,5%.
Continuano a pesare i timori che la Federal Reserve sia stata fino ad oggi troppo prudente nell’allentare la politica monetaria con il rischio di una recessione negli Stati Uniti.
Preoccupazioni ulteriormente alimentate dal debole report di luglio sul lavoro a stelle e strisce diffuso venerdì pomeriggio.
Dati che hanno evidenziato la creazione di 114mila posti di lavoro negli Stati Uniti (Nonfarm payrolls), ben al di sotto delle attese (175mila) e dei 179mila del mese precedente (dato rivisto da 206mila). Inoltre, il tasso di disoccupazione è salito al 4,3%, contro le attese che davano l’indicatore stabile al 4,1%.
Alla luce di tutto ciò si rafforza l’aspettativa che la Federal Reserve taglierà i tassi in modo più aggressivo, con i mercati che stimano, al momento, una probabilità superiore al 70% di un riduzione del costo del denaro di 50 punti base a settembre e circa 155 punti base di allentamento complessivo sia per quest’anno che per l’anno prossimo.
Sullo sfondo, gravano inoltre le crescenti tensioni in Medio Oriente. Israele si sta preparando a un possibile attacco da parte dell’Iran e delle milizie regionali come rappresaglia in risposta alle uccisioni di funzionari di Hezbollah e Hamas.
Sul forex, l’euro/dollaro oscilla a 1,091 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen crolla a 142,3 con la valuta giapponese ai massimi degli ultimi sei mesi. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-0,9%) a 76,1 dollari al barile e il Wti (-1%) a 72,8 dollari.