Mercati – Previsto avvio in forte calo tra timori recessione Usa e tensioni geopolitiche

Previsto avvio in forte calo per le principali borse europee in un clima che resta appesantito dai timori di recessione negli Usa e dalle tensioni geopolitiche.

Chiusura in rosso venerdì a Wall Street con il Nasdaq a -2,4%, lo S&P500 a -1,8% e il Dow Jones a -1,5%.

Sui mercati asiatici, Tokyo ha terminato a -13,5%, Shanghai viaggia a -1,5% e Hong Kong a -2,1%.

Gli investitori restano preoccupati che la Federal Reserve sia stata fino ad oggi eccessivamente cauta nell’allentare la politica monetaria alimentando il rischio di una recessione negli Stati Uniti.

Timoti ulteriormente alimentati dal debole report di luglio sul lavoro americano pubblicato venerdì pomeriggio.

Dati che hanno evidenziato la creazione di 114mila posti di lavoro negli Stati Uniti (Nonfarm payrolls), ben al di sotto delle attese (175mila) e dei 179mila del mese precedente (dato rivisto da 206mila). Inoltre, il tasso di disoccupazione è salito al 4,3%, contro le attese che davano l’indicatore stabile al 4,1%.

Si rafforza pertanto l’aspettativa che la Federal Reserve taglierà i tassi in modo più aggressivo, con i mercati che stimano, al momento, una probabilità superiore al 70% di un riduzione del costo del denaro di 50 punti base a settembre e circa 155 punti base di allentamento complessivo sia per quest’anno che per l’anno prossimo.

Sul sentiment pesano inoltre le crescenti tensioni in Medio Oriente. Israele si sta preparando a un possibile attacco da parte dell’Iran e delle milizie regionali come rappresaglia in risposta alle uccisioni di funzionari di Hezbollah e Hamas.

Dall’agenda macroeconomica, occhi stamane sui PMI servizi e composito di Italia, Francia, Germania, Eurozona, Regno Unito di luglio; prezzi alla produzione nell’Eurozona di giugno. Nel pomeriggio focus, oltreoceano, su PMI servizi e composito finali e ISM servizi, tutti di luglio.

A Piazza Affari, restano monitorati i titoli bancari in scia ai rumour secondo i quali scatterebbe una tassa sugli istituti nel caso in cui le entrate fiscali fossero molto ridotte, con un buco da coprire con un nuovo contributo di solidarietà di circa 4 miliardi di euro. Rumour che seguono la smentita arrivata venerdì da fonti dell’esecutivo su un’extra imposta nei confronti delle banche.