Seduta perlopiù positiva per le principali borse asiatiche dopo la chiusura tonica di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen scambiano rispettivamente a +0,1% e flat, meglio Hong Kong (+1,5%) e il Giappone che rimbalza con il Nikkei a +0,5 e Topix a +0,8%.
Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a +2,9%, lo S&P500 a +2,3% e il Dow Jones a +1,8%.
Nel complesso, il sentiment continua a beneficiare dei segnali incoraggianti emersi ieri dall’agenda macroeconomica statunitense con le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione scese, ai minimi da quasi un anno, a 233mila unità, al di sotto del consensus (240mila) e delle 250mila della settimana precedente (riviste da 249mila).
Dati che contribuiscono ad alleviare le preoccupazioni di un rallentamento più grave dell’economia Usa e in scia ai quali i mercati hanno ulteriormente ridotto l’aspettativa su un allentamento aggressivo per quest’anno da parte dell’istituto americano.
L’attenzione si sposterà ora sulla serie di indicatori economici statunitensi in arrivo la prossima settimana, compresi i prezzi al consumo.
Focus inoltre sulle dichiarazioni dei policy maker, tra i quali il presidente della Fed di Kansas City, Jeffrey Schmid, che ha affermato di non essere pronto a sostenere una riduzione dei tassi di interesse con un’inflazione superiore all’obiettivo.
Rimangono infine monitorate le relazioni geopolitiche dopo che in Canada i produttori di acciaio e alluminio hanno esortato il governo a imporre rapidamente nuovi dazi sui prodotti cinesi, sostenendo che i metalli della potenza asiatica stanno inondando il mercato canadese e minacciando i posti di lavoro locali.
Dall’agenda odierna, in Cina, a luglio, i prezzi al consumo (CPI) sono saliti dello 0,5% su base annua, rispetto al +0,3% delle attese e al +0,2% di giugno. Nello stesso mese, i prezzi alla produzione (PPI) sono calati su base tendenziale dello 0,8%, dopo il -0,8% di giugno e rispetto al -0,9% del consensus.
Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,092 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen cala a 147,1. Tra le materie prime, petrolio poco mosso con il Brent (-0,1%) a 79,1 dollari al barile e il Wti (-0,1%) a 76,1 dollari.