Apertura in frazionale rialzo per le principali borse europee con l’attenzione che resta focalizzata sui dati macroeconomici e la politica monetaria.
A Milano, il Ftse Mib guadagna lo 0,4% a 31.902 punti, positivo come il Ftse 100 di Londra (+0,5%), il Dax di Francoforte (+0,5%), l’Ibex35 di Madrid (+0,5%) e il Cac 40 di Parigi (+0,4%).
In una seduta priva di appuntamenti macroeconomici significativi, gli investitori e i funzionari delle banche centrali sono già concentrati sui nuovi segnali che emergeranno dall’agenda dei prossimi giorni e che saranno utili a definire le future mosse di politica monetaria.
Tra i dati sotto i riflettori, i prezzi al consumo statunitensi in calendario mercoledì, le vendite al dettaglio e la produzione industriale cinesi in agenda giovedì.
In tale contesto, nel fine settimana, la governatrice della Fed Michelle Bowman ha intanto affermato di vedere ancora rischi al rialzo per l’inflazione e una continua forza nel mercato del lavoro, ammettendo che potrebbe non essere pronta a sostenere una riduzione dei tassi di interesse nella riunione di settembre della banca centrale statunitense.
Parole nonostante le quali i mercati continuano a scontare pienamente una riduzione del costo del denaro per il prossimo mese e circa 100 punti base di allentamento per l’anno.
Sempre in tema di politica monetaria, secondo un ex membro del consiglio della Banca del Giappone, quest’ultima potrebbe non aumentare nuovamente i tassi quest’anno, data la turbolenza del mercato registrata a seguito del recente rialzo del costo del denaro.
Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,092 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 147,2. Tra le materie prime, petrolio positivo con il Brent (+0,4%) a 80,0 dollari al barile e il Wti (+0,6%) a 77,3 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund riparte da 141 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,65%.
Tornando a Piazza Affari, guidano in avvio Telecom Italia (+1,2%), Banca Mediolanum e STM (entrambi +1,1%) mentre si posizionano in coda Ferrari, Stellantis (entrambi -0,2%), A2A e Finecobank (entrambi -0,1%).