Mercati Usa – Partenza tonica guidata dal Nasdaq (+1,3%)

Partenza tonica a Wall Street in scia ai prezzi alla produzione statunitensi diffusi oggi pomeriggio.

Dopo pochi minuti di scambi, il Nasdaq guadagna l’1,3%, lo S&P 500 lo 0,8% e il Dow Jones lo 0,5%.

I prezzi alla produzione (PPI) statunitensi di luglio hanno rallentato a +0,1% m/m, a fronte di un +0,2% del consensus e di giugno. Su base annua, l’indice è aumentato del 2,2%, meno delle attese (+2,3%) e del mese precedente (+2,7% rivisto da +2,6%).

Al netto delle componenti più volatili come cibo ed energia, il dato PPI si è appiattito m/m, rallentando più delle attese (+0,2%) dal +0,3% di giugno (rivisto da +0,4%). Anno su anno, la variazione è stata del +2,4% rispetto al +2,6% stimato e al precedente +3%.

Dati che rafforzano l’ottimismo degli investitori su un rallentamento dell’inflazione e su un taglio ai tassi a settembre da parte della Federal Reserve.

Domani l’attenzione si sposterà, sempre negli Usa, sull’indice dei prezzi al consumo mentre giovedì lo sguardo si focalizzerà su vendite al dettaglio, richieste settimanali di sussidi di disoccupazione e produzione industriale.

Allo stesso tempo, gli investitori monitoreranno questa settimana gli interventi di una serie di funzionari quali il presidente della Fed di Atlanta Raphael Bostic (oggi), della Fed di St. Louis Alberto Musalem e di Philadelphia Patrick Harker (entrambi giovedì), di Chicago Austan Goolsbee (venerdì).

Infine, gli operatori continuano a valutare gli sviluppi geopolitici in un contesto appesantito dalle preoccupazioni per un attacco sempre più probabile dell’Iran contro Israele.

Sull’azionario, Starbucks balza del 19% dopo aver nominato Brian Niccol nuovo presidente e amministratore delegato della società. Niccol, attualmente chairman e CEO di Chipotle, entrerà in carica il prossimo 9 settembre.

Sul Forex, l’euro/dollaro sale a 1,095 mentre il cambio dollaro/yen scende a 147,0. Tra le materie prime, petrolio in ribasso con il Brent (-1%) a 81,5 dollari e il Wti (-1%) a 79,3 dollari.

Nel comparto obbligazionario, infine, i rendimenti sui Treasury a 2 e 10 anni calano rispettivamente di 6 punti al 3,95% e di 5 punti al 3,85%.