Seduta mista per le principali borse asiatiche dopo la chiusura in denaro di venerdì a Wall Street.
In Cina Shanghai cede lo 0,3% mentre Shenzhen guadagna lo 0,1%, bene invece Hong Kong che avanza dello 0,9%. Giù Giappone, con Nikkei a -0,8% e Topix a -0,9%.
Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a +1,5%, lo S&P500 e il Dow Jones a +1,1%.
la prospettiva di tagli dei tassi di interesse della Federal Reserve all’orizzonte ha alimentato il sentiment.
Nel suo intervento al simposio di Jackson Hole, venerdì, della Fed Jerome Powell ha affermato che la banca centrale americana è pronta a tagliare i tassi d’interesse, dichiarando che “è giunto il momento per un aggiustamento della politica monetaria”.
Powell ha al contempo dichiarato che “l’entità e la rapidità dei tagli dipenderà dai dati macroeconomici, riconoscendo che è aumentata la fiducia che l’inflazione sia su un percorso sostenibile verso l’obiettivo del 2%.
Sempre sul fronte della politica monetaria, la Banca Popolare Cinese ha lasciato il tasso sui suoi prestiti di politica monetaria a un anno, ovvero la linea di credito a medio termine, al 2,3%, dopo aver tagliato il tasso di 20 punti base a luglio. La PBOC ha segnalato che sta de-enfatizzando il ruolo della linea di credito a medio termine come strumento di politica monetaria, mentre ha elevato il tasso di riacquisto inverso a sette giorni a maggiore importanza.
La decisione sottolinea l’approccio cauto di Pechino nel sostenere l’economia, anche se la Cina ha segnalato una rara contrazione dei prestiti bancari in mezzo a una domanda debole. Negli ultimi mesi, la PBOC ha camminato su una linea sottile tra stimolazione della crescita e raffreddamento di una frenesia di acquisti di obbligazioni governative per limitare i rischi finanziari.
Secondo i media statali, le autorità in Cina hanno anche avviato stress test con istituzioni finanziarie sui loro investimenti obbligazionari, per assicurarsi che possano gestire qualsiasi volatilità di mercato qualora un rally da record si invertisse.
Intanto, sul fronte macro, a giugno in Giappone il Leading Index si è attestato a 109,0 punti, superiore ai 108,6 punti del dato preliminare.
Sullo sfondo, crescono le tensioni in Medio Oriente dopo l’attacco israeliano agli obiettivi di Hezbollah nel Libano meridionale.
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,119 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 143,8. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+0,8%) a 78,8 dollari al barile e il Wti (+0,9%) a 75,5 dollari.