Mercati asiatici – Seduta contrastata, bene il Giappone ma debole la Cina

Seduta contrastata per le principali borse asiatiche dopo la chiusura debole di ieri a Wall Street.

In Cina Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente lo 0,3% e l’1,2%, sopra la parità Hong Kong (+0,2%). Bene invece il Giappone, con Nikkei a +0,6% e Topix a +0,8%.

Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a -0,9%, lo S&P500 a -0,3% mentre il Dow Jones a +0,2%.

Le flessioni in Asia hanno indicato un consolidamento dopo una forte corsa all’inizio di questo mese, guidata dalla crescente convinzione degli investitori che la banca centrale statunitense inizierà a tagliare i tassi di interesse a settembre.

La cautela arriva anche prima dei tanto attesi risultati di Nvidia, previsti per mercoledì, mentre gli investitori cercano ulteriore chiarezza sulla domanda indotta dall’intelligenza artificiale.

Sul fronte macro, la Cina ha mostrato alcuni segnali promettenti nel suo settore manifatturiero, con gli utili industriali delle grandi aziende del paese in crescita del 4,1% su base annua a luglio.

Nel frattempo, Pechino ha esortato il Canada a correggere immediatamente le “pratiche sbagliate” di nuove tariffe contro la nazione asiatica.

Il Canada, un’economia guidata dalle esportazioni che fa molto affidamento sul commercio con gli Stati Uniti, ha osservato attentamente le mosse dell’amministrazione Biden per erigere un muro tariffario molto più elevato contro veicoli elettrici, batterie, celle solari, acciaio e altri prodotti cinesi.

C’è attesa per i dati sull’inflazione negli Stati Uniti di questa settimana che probabilmente rafforzeranno il fatto che i tagli dei tassi, attesi da tempo, arriveranno presto, mentre una lettura sulla spesa dei consumatori indica che la banca centrale è riuscita a mantenere intatta l’espansione.

Gli economisti prevedono che l’indice dei prezzi delle spese per consumi personali escludendo cibo ed energia, la misura preferita dalla Fed per l’inflazione di fondo, salirà dello 0,2% a luglio per il secondo mese. Ciò porterebbe il tasso annualizzato trimestrale della cosiddetta inflazione di base al 2,1%, un pizzico in più rispetto all’obiettivo del 2% della banca centrale.

La presidente della Fed Bank di San Francisco Mary Daly ha detto che è opportuno iniziare a tagliare i tassi, mentre il suo omologo di Richmond Thomas Barkin ha affermato di vedere ancora rischi al rialzo per l’inflazione, sebbene sostenga la “riduzione” dei tassi.

Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,117 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 144,7. Tra le materie prime, petrolio in flessione con il Brent (-0,1%) a 80,3 dollari al barile e il Wti (-0,2%) a 77,3 dollari.