Seduta prevalentemente di vendite per le principali borse asiatiche dopo la chiusura in denaro di venerdì a Wall Street.
In Cina Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente lo 0,6% e l’1,3%. Fa peggio Hong Kong a -1,6%. Resiste invece il Giappone, con Nikkei e Topix entrambi a +0,1%.
Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a +1,1%, lo S&P500 a +1% e il Dow Jones a +0,6%.
Sul sentiment pesa il fatto che gli sforzi della Cina per sostenere la sua economia in difficoltà non si stanno mostrando efficaci.
Mentre i dati manifatturieri di Caixin China hanno registrato un aumento inaspettato, non sono riusciti a invertire il sentiment dopo che un indicatore dell’attività delle fabbriche si è contratto per il quarto mese consecutivo ad agosto. Le ultime cifre sulle vendite di case hanno mostrato un peggioramento, dopo che la China Vanke ha sottolineato i guai del settore, segnalando una perdita semestrale per la prima volta in più di due decenni.
Nel frattempo, secondo quanto riferito da Bloomberg, Pechino ha minacciato una severa ritorsione economica contro il Giappone se Tokyo avesse ulteriormente limitato le vendite e l’assistenza di apparecchiature per la produzione di chip alle aziende cinesi.
Intanto, i fondi globali ritengono che le principali banche centrali, tra cui la Federal Reserve, ridurranno i tassi di interesse a settembre.
Atteso questo venerdì il cruciale rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti che funge da guida per quanto velocemente, o lentamente, la Fed taglierà i tassi, e mentre la campagna elettorale negli Stati Uniti entra nel vivo.
I trader stanno valutando il ciclo di allentamento della Fed inizierà questo mese, con una probabilità di circa una su quattro di un taglio di 50 punti base, secondo i dati compilati da Bloomberg.
Per quanto riguarda la Banca centrale europea, il membro del Consiglio direttivo Francois Villeroy de Galhau ha sostenuto un taglio dei tassi di interesse a settembre, secondo un’intervista pubblicata venerdì, dopo che i dati hanno mostrato un netto rallentamento dell’inflazione.
Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,106 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen oscilla a 146,2. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-0,7%) a 76,4 dollari al barile e il Wti (-0,6%) a 73,1 dollari, sui segnali che l’OPEC+ procederà con un piano per aumentare la produzione da ottobre.