Seduta perlopiù di vendite per le principali borse asiatiche dopo la chiusura incerta di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente lo 0,4% e l’1,2%, giù anche il Giappone con Nikkei a -0,6% e Topix -0,9%. La borsa di Hong Kong è rimasta chiusa a causa di un tifone.
Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a +0,3%, in rosso invece lo S&P500 a -0,3% e il Dow Jones a -0,5%.
Sul sentiment pesa che la Cina potrebbe dover affrontare nuovi controlli sulle esportazioni di tecnologie critiche da parte dell’amministrazione Biden. Washington ha represso la capacità della Cina di accedere a tecnologie all’avanguardia necessarie per l’intelligenza artificiale, per timore che chip e componenti avanzati possano dare a Pechino un vantaggio militare.
Nel frattempo l’attenzione è rivolta ai dati sull’occupazione negli Stati Uniti che potrebbero determinare l’entità di un taglio dei tassi di interesse della Federal Reserve questo mese. Attesi anche i relativi commenti di due relatori della Fed, il presidente della Fed di New York John Williams e il governatore della Fed Christopher Waller.
Serpeggiano speculazioni che un risultato peggiore del previsto per le buste paga potrebbe spingere la Fed a effettuare un taglio di 50 punti base questo mese.
Per il momento i mercati mostrano una probabilità di circa il 35% che la Fed taglierà di 50 punti base quando si riunirà il 17-18 settembre. Tuttavia, una riduzione di un quarto di punto è ancora favorita da molti trader e rimane la scelta più popolare tra gli economisti.
Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,112 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen scivola a 142,4. Tra le materie prime, petrolio in frazionale rialzo con il Brent (+0,3%) a 72,9 dollari al barile e il Wti (+0,3%) a 69,3 dollari, tra le preoccupazioni sulla debole domanda e l’ampia offerta, anche se l’OPEC+ ha ritardato di due mesi un aumento pianificato della produzione.