Le borse europee restano deboli a metà seduta in linea all’andamento dei futures di Wall Street.
A Milano, il Ftse Mib cede lo 0,3% a 33.598 punti, debole come il Dax di Francoforte (-0,6%), il Ftse 100 di Londra (-0,4%), l’Ibex35 di Madrid (-0,3%) e il Cac 40 di Parigi (-0,2%).
Cresce l’attesa per il job report Usa che, nel caso di un dato sulle buste paga peggiore delle stime, potrebbe spingere la Fed a effettuare un taglio da 50 punti base nella riunione del 17-18 settembre, ipotesi stimata attualmente dai mercati con una probabilità del 35%.
Nuove indicazioni potrebbero arrivare anche dagli interventi odierni del presidente della Fed di New York John Williams e del governatore Christopher Waller.
Resta nel contempo monitorato il fronte geopolitico con la Cina che potrebbe trovarsi ad affrontare nuovi controlli sulle esportazioni di tecnologie da parte dell’amministrazione Biden. Washington ha represso la capacità di Pechino di accedere alle tecnologie all’avanguardia necessarie per l’intelligenza artificiale, nel timore che chip e componenti avanzati possano conferire al Paese asiatico un vantaggio militare.
Dall’agenda macroeconomica odierna nel frattempo è emerso che la lettura finale relativa al Pil dell’Eurozona nel secondo trimestre 2024 ha evidenziato un +0,2% su base trimestrale, inferiore alla seconda lettura preliminare e alle attese (+0,3% entrambi). La variazione su base annuale invece ha mostrato una crescita dello 0,6%, in linea con la seconda stima preliminare e il consensus.
A luglio, invece, le vendite al dettaglio in Italia hanno registrato un aumento dello 0,5% su base mensile dopo il -0,2% di giugno. Su base annua, il dato ha segnato un incremento dell’1,0%, dopo il -1,1% del mese precedente (dato rivisto da -1,0%).
Focus, infine, sulla 50-esima edizione del Forum The European House – Ambrosetti che prende il via oggi e terminerà domenica.
Sul forex, l’euro/dollaro oscilla a 1,11 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen cala a 142,8. Tra le materie prime, petrolio in frazionale rialzo con il Brent (+0,6%) a 73,1 dollari al barile e il Wti (+0,6%) a 69,5 dollari, tra le preoccupazioni sulla debole domanda e l’ampia offerta, e con l’OPEC+ che ha ritardato di due mesi l’aumento di produzione pianificato.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund flette a143 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,59%.
Tornando a Piazza Affari, guidano le utility A2A (+1,8%) ed Hera (+1,7%), seguite da Enel (+0,9%) e Ferrari (+0,8%). In coda Unipol (-1,6%), MPS, TIM e Bper (tutte e tre -1,4%).