Le borse europee chiudono positive, con Wall Street poco mossa dopo le prime ore di contrattazioni.
A Milano, il Ftse Mib ha archiviato le contrattazioni in area 33.454 punti (+0,8%), in rialzo come l’Ibex 35 di Madrid (+1,1%), il Dax di Francoforte (+1,0%), il Ftse di Londra (+0,6%) e il CAC 40 di Parigi (+0,5%).
Oltreoceano, il Nasdaq guadagna lo 0,2%, lo S&P 500 scambia intorno alla parità, il Dow Jones cede lo 0,1%.
Occhi puntati sull’Eurotower che, come previsto, ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base per la seconda volta nel 2024, portando il tasso sui depositi al 3,5%.
Una decisione presa all’unanimità, come ha riportato la presidente Christine Lagarde, aggiungendo che “è apparsa opportuna una ulteriore graduale riduzione della stretta monetaria”, dato il previsto processo graduale di discesa dell’inflazione verso il target nel 2025.
Lagarde ha tuttavia specificato che il percorso di allentamento non è predeterminato né in termini di sequenza, né di volume.
Il Consiglio direttivo punta quindi “ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione al suo obiettivo del 2% a medio termine. Manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire questo fine”, ha affermato la presidente della Bce. “Per determinare livello e durata adeguati della restrizione, il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione”.
Sul fronte delle previsioni, la Bce stima una crescita dei prezzi del 2,5% nel 2024, del 2,2% nel 2025 e dell’1,9% nel 2026. Riguardo l’inflazione core, si attende un aumento del 2,9% nel 2024, 2,3% nel 2025 e 2,0% nel 2026. A giugno le stime indicavano un’inflazione core al 2,8% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e al 2,0% nel 2026.
L’Eurotower prevede un PIL dell’Eurozona in crescita dello 0,8% nel 2024, dell’1,3% nel 2025 e dell’1,5% nel 2026. A giugno le stime riportavano uno sviluppo dello 0,9% nel 2024, dell’1,4% nel 2025 e dell’1,6% nel 2026.
La prossima settimana sarà invece il turno della Federal Reserve con gli investitori nel frattempo intenti a valutare gli ultimi dati macroeconomici.
Tra questi, l’indice dei prezzi alla produzione negli Stati Uniti ha evidenziato ad agosto un aumento dello 0,2% su base mensile, oltre il consensus (+0,1%) e la rilevazione di luglio (0,0% rivista da +0,1%). Su base annua, ha registrato una variazione del +1,7%, in linea con le attese, dal +2,1% del mese precedente (rivisto da +2,2%).
Sul fronte lavoro, nella settimana al 7 settembre le nuove richieste di disoccupazione negli Stati Uniti sono state 230mila, in aumento contro le attese (226mila) rispetto al dato della settimana precedente (228mila, rivisto da 227mila).
Sul Forex, l’euro/dollaro sale a 1,104, mentre il dollaro/yen scende a 142,3. Tra le materie prime, in deciso rialzo le quotazioni del greggio, con il Brent (+2,5%) a 72,4 dollari e il Wti (+3,0%) a 69,3 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund scende in area 136 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,48%.
Tornando a Piazza Affari, guida TIM (+6,7%), premiata da Bank of America che ne ha alzato il target price da 0,26 a 0,34 euro, seguita da Banco BPM (+2,9%), Unicredit (+2,9%), Bper Banca (+2,2%), mentre chiudono in coda Hera (-1,7%), Erg (-1,0%), Snam (-1,0%), Diasorin (-0,9%).