Le principali borse europee restano prudenti nel pomeriggio in linea all’andamento di Wall Street.
A Milano, il Ftse Mib cede lo 0,4% a 33.662 punti, debole come il Ftse 100 di Londra (-0,7%), il Cac 40 di Parigi (-0,5%) e l’Ibex35 di Madrid (-0,2%); resiste invece il Dax di Francoforte (flat). Oltreoceano, il Nasdaq sale dello 0,2%, lo S&P500 è invariato mentre il Dow Jones è in calo dello 0,2%.
Lo sguardo dei mercati rimane focalizzato sull’annuncio di stasera da parte della Federal Reserve che, secondo le previsioni, effettuerà un primo taglio ai tassi in oltre quattro anni. Gli operatori stanno scontando ampiamente una riduzione da 25 bp al range 5%-5,25%, sebbene alcuni si aspettino una mossa da 50 bp, ipotesi, quest’ultima, stimata con una probabilità intorno al 50%.
Le nuove proiezioni trimestrali che saranno pubblicate al termine della riunione e la successiva conferenza stampa del presidente Powell forniranno ulteriori indicazioni sul percorso futuro di politica monetaria e sull’economia statunitense.
Domani e venerdì sarà il turno rispettivamente della Bank of England e della Bank of Japan.
Sul fronte macroeconomico, nella settimana al 13 settembre l’indice Mba, che misura le nuove richieste di ipoteche negli Stati Uniti, ha registrato un incremento del 14,2%, in forte accelerazione dal +1,4% della settimana precedente.
Nell’Eurozona, ad agosto, il dato finale dell’inflazione ha registrato un aumento dello 0,1% su base mensile, inferiore al preliminare e alle attese (entrambi +0,2%). Su base annua il dato è aumentato del 2,2%, in linea al consensus ma al di sotto della lettura precedente (+2,6% rivista da +2,2%). L’indice Core, calcolato al netto dei prezzi di energia, cibo, alcool e tabacco, ha mostrato un incremento su base tendenziale del 2,8%, confermando il preliminare e le attese.
Nel Regno Unito, nello stesso mese, i prezzi al consumo sono saliti dello 0,3% su base mensile, come previsto e al di sopra del dato di luglio (-0,2%). Su base annua, i prezzi sono aumentati del 2,2%, in linea al consensus e al mese precedente. L’indice CPI Core ha riportato un incremento del 3,6%, come da attese e al di sopra del mese precedente (+3,3%).
Sullo sfondo continuano a pesare le crescenti tensioni in Medio Oriente a seguito di un attacco simultaneo che ha fatto esplodere migliaia di cercapersone in dotazione ai miliziani di Hezbollah a Beirut, in diverse altre regioni del Libano e a Damasco.
Sul forex, l’euro/dollaro si mantiene a 1,114 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen riduce leggermente il calo a 141,8. Tra le materie prime, diminuiscono le perdite sul petrolio con il Brent (-0,4%) a 73,4 dollari al barile e il Wti (-0,3%) a 69,7 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund sale a 138 punti base (+2bp), con il rendimento del decennale italiano al 3,57%.
Tornando a Piazza Affari, resta in vetta Banco Bpm (+3%) dopo che il ceo Giuseppe Castagna ha ribadito di non essere interessato a scenari di M&A e che quindi l’istituto continuerà sulla propria strada del piano industriale; seguono Saipem (+2,4%), in scia a un nuovo contratto offshore in Arabia Saudita per circa 2 miliardi di dollari, e Leonardo (+1,7%); resta pesante Campari (-6%) dopo le dimissioni inaspettate dell’AD Matteo Fantacchiotti; precedono Poste Italiane (-2,3%) e Moncler (-2%).