Seduta prevalentemente positiva per le principali borse asiatiche, orfane del Giappone per festività e nonostante la chiusura perlopiù debole di venerdì a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen guadagnano rispettivamente lo 0,7 e lo 0,5%, sopra la parità come Hong Kong (+0,3%).
Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a -0,4%, S&P500 a -0,2% e Dow Jones +0,1%.
Il sentiment cinese beneficia della decisione inaspettata, da parte della Banca Popolare del Paese asiatico, di tagliare il repo rate (pronti contro termine) a 14 giorni di 10 punti base all’1,85% dal precedente 1,95% e di iniettare 74,5 miliardi di yuan (10,6 miliardi di dollari) di liquidità nel sistema bancario utilizzando questo strumento.
Interventi che alimentano l’aspettativa secondo cui le autorità di Pechino sarebbero al lavoro su un piano per rilanciare l’economia cinese. Il tutto dopo che una serie di dati deludenti di agosto avevano sollevato preoccupazioni sul fatto che il paese potrebbe mancare il suo obiettivo annuo di crescita senza ulteriore supporto.
Resta nel contempo l’attenzione sulle relazioni Usa-Cina con il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti che sarebbe pronto a rivelare nuove regole che vieterebbero hardware e software di fabbricazione cinese e russa sui veicoli connessi.
Sempre negli Stati Uniti, gli investitori sono in attesa di ulteriori segnali sui prossimi tagli da parte della Federal Reserve. In vista del deflatore PCE, misura dell’inflazione attentamente monitorata dalla banca americana che verrà diffusa venerdì, il governatore della Fed Christopher Waller ha affermato che probabilmente sosterrà tagli da un quarto di punto in ciascuna delle prossime due riunioni a novembre e dicembre.
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,116 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen sale a 144,0. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+0,6%) a 74,2 dollari al barile e il Wti (+0,7%) a 71,5 dollari.