Partenza poco mossa per le principali borse europee dopo la chiusura in rosso di venerdì scorso.
A Milano, il Ftse Mib cede lo 0,2% a 33.681 punti, sotto la parità come il Cac 40 di Parigi (-0,2%) e il Ftse 100 di Londra (-0,1%), mentre resistono il Dax di Francoforte (+0,1%), e l’Ibex35 di Madrid (+0,1%).
Gli investitori sono in attesa di ulteriori segnali sui prossimi tagli da parte della Federal Reserve. In vista del deflatore PCE, misura dell’inflazione attentamente monitorata dalla banca americana che verrà diffusa venerdì, il governatore della Fed Christopher Waller ha affermato che probabilmente sosterrà tagli da un quarto di punto in ciascuna delle prossime due riunioni a novembre e dicembre.
Attese in settimana le decisioni di politica monetaria delle banche centrali di Svezia e Svizzera.
In ambito di politica europea, il primo ministro francese Michel Barnier ha affermato che il suo nuovo governo potrebbe aumentare le tasse per le grandi aziende e i più ricchi mentre cerca di riparare i deficit di bilancio.
Resta nel contempo l’attenzione sulle relazioni Usa-Cina con il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti che sarebbe pronto a rivelare nuove regole che vieterebbero hardware e software di fabbricazione cinese e russa sui veicoli connessi.
Proprio in Cina, il sentiment beneficia della decisione inaspettata, da parte della Banca Popolare del Paese asiatico, di tagliare il repo rate (pronti contro termine) a 14 giorni di 10 punti base all’1,85% dal precedente 1,95% e di iniettare 74,5 miliardi di yuan (10,6 miliardi di dollari) di liquidità nel sistema bancario utilizzando questo strumento.
Interventi che alimentano l’aspettativa secondo cui le autorità di Pechino sarebbero al lavoro su un piano per rilanciare l’economia cinese. Il tutto dopo che una serie di dati deludenti di agosto avevano sollevato preoccupazioni sul fatto che il paese potrebbe mancare il suo obiettivo annuo di crescita senza ulteriore supporto.
Sul fronte macro attesi in giornata gli indici PMI servizi, manifatturiero e composito di settembre (preliminare) di Francia, Germania, Eurozona, Regno Unito e Stati Uniti e, sempre dagli Usa, il National Activity Index di agosto della Fed di Chicago.
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,112 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 143,7. Tra le materie prime, petrolio poco mosso con il Brent (-0,2%) a 73,6 dollari al barile e il Wti (-0,2%) a 70,8 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund riparte da 137 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,54%.
Tornando a Piazza Affari, guida in avvio TIM (+1%), seguita da Hera (+0,7%), Snam (+0,6%) e Amplifon (+0,5%), mentre si posizionano in coda Cucinelli (-2%), Bper (-1,7%), Unicredit (-1,5%) e MPS (-1,4%).