Altra seduta positiva per le principali borse asiatiche dopo la chiusura sottotono di ieri a Wall Street.
Proseguono sostenuti gli acquisti in Cina, con Shanghai e Shenzhen che guadagnano rispettivamente il 2,5 e il 2,8%, meglio ancora Hong Kong (+3,2%). Bene anche il Giappone con Nikkei a +2,5% e Topix a +2,4%.
Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato flat, lo S&P500 a -0,2% e il Dow Jones a -0,7%.
Altro rally delle azioni asiatiche, sostenute anche da nuovi segnali di vigore dei titoli tecnologici, dopo che la Banca Popolare Cinese ha presentato i giorni scorsi una serie di misure per rilanciare la seconda economia più grande del mondo.
Tuttavia, alcuni analisti si sono chiesti se il rally sia sostenibile tra le preoccupazioni per la deflazione e la ripresa dei consumi. L’indice Golden Dragon delle azioni cinesi quotate negli Stati Uniti è sceso mercoledì, il che potrebbe essere un segno di stanchezza per il rally.
Come parte dello stimolo, la Cina sta valutando di iniettare fino a 1 trilione di yuan (142 miliardi di $) di capitale nelle sue più grandi banche statali per aumentare la loro capacità di sostenere l’economia in difficoltà, secondo quanto riferito da Bloomberg. Per Pechino è la prima mossa di questa portata dalla crisi finanziaria globale del 2008.
Il tutto a pochi giorni dalla festività cinese della Golden Week, dall’1 al 7 ottobre.
Sempre sul fronte delle banche centrali, mercoledì la governatrice della Federal Reserve Adriana Kugler ha affermato di “sostenere fermamente” la decisione della banca centrale statunitense della scorsa settimana, aggiungendo che sarà opportuno effettuare ulteriori tagli dei tassi se l’inflazione continuerà ad attenuarsi come previsto.
Restano sotto i riflettori i segnali provenienti dalla Fed in attesa del deflatore PCE, una misura inflattiva attentamente monitorata dalla banca americana in agenda venerdì.
Intanto dall’agenda macro odierna emerge che ad agosto gli ordinativi di macchine utensili in Giappone hanno registrato un calo del 3,5% su base annua, in linea con la rilevazione preliminare. Il dato finale di luglio indicava una crescita dell’8,4% anno su anno.
Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,115 e il cambio tra biglietto verde e lo yen oscilla a 144,8. Tra le materie prime, petrolio in forte ribasso con il Brent (-2,2%) a 71,3 dollari al barile e il Wti (-2,3%) a 68,1 dollari.