Prosegue inalterato il momento magico di Wall Street con tutti e quattro gli indici che partono e chiudono la seduta in verde, lasciando per strada parte dei guadagni nel corso della seduta e terminando a metà strada tra minimi e massimi intraday.
Le performance finali vedono i listini chiudere prettamente in rialzo. Nello specifico, Dow Jones, Nasdaq e Russell 2000 avanzano dello 0,6%, lo S&P500 dello 0,4%.
In calo Tesla (-1,1%) e Super Micro Computer (-12,1%), mentre brillano Micron (+14,8%) e ancora Alibaba (+10%).
Indice VIX incredibilmente invariato, per la seconda seduta consecutiva, a quota 15,4 punti.
Sul mercato obbligazionario i rendimenti si muovono in una forchetta alquanto ristretta sulla parte lunga della curva dei tassi di interesse con il Tbond che guadagna un solo punto base al 3,8%.
Materie prime molto volatili e con andamenti contrastati. Il petrolio cede un altro due per cento, per la seconda giornata consecutiva, scivolando a 67,5 dollari al barile. In controtendenza il rame il quale, invece, avanza di oltre tre punti percentuali.
Metalli preziosi in forte denaro iniziale ma perdono gran parte del loro sprint da metà seduta in avanti. Nello specifico, l’oro chiude in leggero rialzo al nuovo record di 2.690 dollari dopo aver bucato intraday anche la barriera dei $2.700. L’argento tocca addirittura la soglia dei 33 dollari, nuovo massimo dal 2012, chiudendo invece al di sotto dei $32,5 con un guadagno di solo un punto percentuale.
Sul mercato valutario, prosegue l’altalena del biglietto verde, il quale si indebolisce lievemente rispetto all’euro fino a 1,117 mentre si rafforza con decisione nei confronti dello yen a 146,5 con un balzo di quasi due intere figure.