Avvio incerto per le principali borse europee in un clima appesantito dalle tensioni internazionali, con lo sguardo nel contempo su agenda macro e banche centrali.
A Milano, il Ftse Mib cede lo 0,2% a 33.711 punti, cauto come Ftse 100 di Londra (+0,3%), Cac 40 di Parigi (+0,2%), Dax di Francoforte (+0,1%) e Ibex35 di Madrid (-0,1%).
Sul sentiment continuano a pesare le preoccupazioni a livello internazionale ulteriormente alimentate dall’attacco di ieri sera a Israele con 200 missili da parte dell’Iran. Teheran si dice in stato di guerra e afferma che, se Israele risponderà, attaccherà ogni sua infrastruttura e ridurrà “Tel Aviv in cenere”. Netanyahu assicura però che “l’Iran la pagherà”.
Parallelamente, gli investitori monitorano le indicazioni provenienti dall’agenda macroeconomica alla ricerca di nuovi spunti utili a prevedere le prossime mosse delle banche centrali.
Mentre cresce l’attesa per il job report Usa che verrà diffuso venerdì, l’inflazione nell’Eurozona è rallentata al di sotto dell’obiettivo del 2% della BCE per la prima volta dal 2021, spingendo i mercati ad aumentare le scommesse su un altro taglio ai tassi da un quarto di punto da parte dell’Eurotower per questo mese.
Infine, sul fronte asiatico, la Cina ha aggiunto ulteriori misure di stimolo a supporto del proprio settore immobiliare con Pechino che ha seguito altre grandi città del Paese nell’allentamento delle norme per l’acquisto di case.
Dall’agenda macro odierna, occhi stamane su disoccupazione di agosto in Italia ed Eurozona, mentre, nel pomeriggio, oltreoceano, su Richieste mutui MBA e Variazione occupazione ADP di settembre.
Sul forex, l’euro/dollaro oscilla a 1,106 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen sale a 143,9. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+1,5%) a 74,7 dollari al barile e il Wti (+1,7%) a 71,0 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund riparte da 133 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,38%.
Tornando a Piazza Affari, guidano in avvio i petroliferi Eni (+1,1%), Tenaris (+0,8%) e Saipem (+0,6%) mentre si posiziona in coda Pirelli (-4%) dopo l’uscita di Brembo dal capitale tramite la cessione, a investitori istituzionali, dell’intera quota posseduta pari al 5,58%.
Precedono a distanza UniCredit (-1%), dopo che Moody’s ne ha confermato i rating, Ferrari e Prysmian (entrambe -0,6%).