Wall Street prende fiato e ferma, probabilmente solo temporaneamente, la sua corsa verso nuovi primati. Ieri giornata tutta in negativo per i listini domestici condizionati forse anche dal recupero del dollaro, dal calo dei rendimenti obbligazionari e dal forte rimbalzo del petrolio.
I quattro indici principali sono riusciti tuttavia a non chiudere sui minimi intraday, recuperando qualcosina nel finale.
In calo della stessa entità (-1,5%) anche il Russell 2000 mentre lo S&P500 (-0,9%) ed il Dow Jones contengono la discesa al di sotto del punto percentuale.
In difficoltà i “big names” della tecnologia i quali scontano settimane e mesi di forti rialzi. Nello specifico, Nvidia cede il 3,7%, Apple il 2,9% e Microsoft il 2,2%. In controtendenza Meta (+0,7%), la quale mette a segno un altro record storico avvicinandosi alla capitalizzazione di 1,5 trilioni di dollari.
Si impenna, invece, la volatilità con l’indice VIX che avanza di 2,5 punti, pari al 15% circa, fino a quota 19,25 punti, dopo un massimo intraday oltre i venti a 20,7.
Sul mercato obbligazionario i rendimenti tornano a scendere con decisione. Il titolo decennale governativo (Tbond) cede sette punti base chiudendo al 3,73%.
Materie prime in giornata di grazia trainate dal petrolio il quale si impenna di oltre tre punti percentuali e risale dopo alcune settimane al di sopra della soglia dei 70 dollari al barile chiudendo a $70,5.
Metalli preziosi in lieve recupero ma che non riescono tuttavia a chiudere sui massimi intraday, appesantiti dal calo del mercato azionario. Oro ed argento guadagnano intorno al mezzo punto percentuale.
Sul mercato valutario, il biglietto verde risale rispetto alla moneta unica di oltre mezza figura fino a 1,106, mentre resta invariato nei confronti dello yen a 143,5.