Mercati asiatici – Acquisti sul Giappone dopo parole premier Ishiba, realizzi su Hong Kong

Seduta contrastata per le principali borse asiatiche, ancora orfane della Cina ferma per la Golden Week e dopo la chiusura poco mossa di ieri a Wall Street.

Acquisti sul Giappone con Nikkei a +2% e Topix a +1,2% mentre si registrano realizzi a Hong Kong (-1,3%) in scia al precedente +6,2%.

Oltreoceano, il Nasdaq e il Dow Jones hanno terminato a +0,1%, lo S&P500 flat.

Resta l’attenzione sulla politica monetaria dopo le parole del nuovo premier giapponese, Shigeru Ishiba, secondo il quale il Paese non è pronto per ulteriori aumenti dei tassi. Parole emerse a seguito di un incontro con il governatore della banca centrale, Kazuo Ueda, il quale ha dichiarato che l’istituto agirà cautamente nel decidere se alzare il costo del denaro.

Secondo poi Asahi Noguchi, membro favorevole a una politica espansiva della Banca del Giappone, l’istituto deve mantenere pazientemente un approccio accomodante in quanto ci vorrà tempo per eliminare l’aspettativa che i prezzi non siano destinati ad aumentare molto in futuro.

Sempre in tema di banche centrali e dati macro, in attesa del job report Usa in calendario venerdì, i dati sull’occupazione ADP più forti del previsto hanno portato gli operatori a ridurre le scommesse sui tagli ‘aggressivi’ ai tassi da parte della Federal Reserve.

Sullo sfondo, infine, continua a pesare il rischio di escalation delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente, tra i timori per la risposta di Israele al recente attacco missilistico dell’Iran.

Dall’agenda macro odierna, il dato finale di settembre del PMI servizi della Jibun Bank giapponese si è attestato a 53,1 punti, al di sotto dei 53,9 del dato preliminare. L’indice composito, che comprende anche l’attività manifatturiera, si è fissato a 52,0 punti, rispetto ai 52,5 punti della rilevazione preliminare.

Sul forex, l’euro/dollaro cala a 1,103 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen sale a 146,6. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+1,3%) a 74,9 dollari al barile e il Wti (+1,5%) a 71,1 dollari.