Seduta prevalentemente in denaro per le principali borse asiatiche, ancora orfane della Cina ferma per la Golden Week e dopo la chiusura in flessione ieri a Wall Street.
Le azioni di Hong Kong (+1,7%) hanno guidato i guadagni nella regione, acquisti anche in Giappone, con Nikkei a +0,1% e Topix a +0,4%, Corea del Sud (+0,3%) e India (+0,3%), in calo invece l’Australia (-0,7%).
Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato flat, lo S&P500 a -0,2% e il Dow Jones a -0,4%.
C’è attesa per la diffusione, oggi pomeriggio, dei dati sull’occupazione Usa che potranno fornire ulteriori segnali sulla salute dell’economia statunitense e sul percorso futuro per i tassi di interesse della Federal Reserve.
Nel frattempo i trader hanno ridotto le aspettative per aggressivi tagli dei tassi negli Stati Uniti.
Le quotazioni del petrolio hanno subito un leggero rallentamento dopo che sia Brent che WTI sono aumentati di oltre il 5% in scia ai commenti del presidente Joe Biden, che ha detto ai giornalisti che gli Stati Uniti stavano discutendo se supportare potenziali attacchi israeliani contro le strutture petrolifere iraniane.
Gli investitori sono preoccupati che, se Israele colpisse asset iraniani critici, la Repubblica islamica si scaglierebbe e intensificherebbe il conflitto, trascinando più paesi e potenzialmente interrompendo le spedizioni di energia globali. Israele ha affermato di aver bombardato più di una dozzina di obiettivi di Hezbollah a Beirut giovedì.
Sul forex, l’euro/dollaro oscilla a 1,103 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen scende a 146,1. Tra le materie prime, petrolio poco mosso con il Brent (-0,03%) a 77,6 dollari al barile e il Wti (-0,03%) a 73,7 dollari.