Seduta di vendite per le principali borse asiatiche, con la Cina in controtendenza alla riapertura dopo la Golden Week, e dopo la chiusura in rosso di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen guadagnano rispettivamente il 3,6% e il 6,3%, crolla invece Hong Kong (-7,3%), negativo anche il Giappone con Nikkei a -1,2% e Topix a -1,5%.
Oltreoceano, il Dow Jones ha terminato a -0,9%, l’S&P 500 a -1,0% e il Nasdaq a -1,2%. Hanno pesato la svendita dei titoli tecnologici, le tensioni geopolitiche e le scommesse su un taglio più piccolo dei tassi da parte della Federal Reserve.
Un briefing della Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma della Cina non è riuscito a fornire ulteriori misure di stimolo dopo che gli annunci politici prima della pausa festiva della Golden Week avevano fatto salire le azioni in Cina e Hong Kong.
I funzionari cinesi hanno affermato di essere fiduciosi di raggiungere gli obiettivi economici quest’anno e hanno promesso ulteriore supporto alla crescita, sebbene si siano astenuti dal rilasciare ulteriori stimoli. Hanno affermato che la Cina continuerà a emettere obbligazioni sovrane ultra-lunghe l’anno prossimo per supportare grandi progetti e investire 100 miliardi di yuan.
La crisi in Medio Oriente ha continuato a innervosire gli investitori, con combattimenti in aumento lunedì su più fronti dopo un anno di guerra. Le Forze di difesa israeliane hanno affermato di aver intercettato la maggior parte di una raffica di razzi lanciati verso Tel Aviv da Hamas e altri gruppi sostenuti dall’Iran.
Sul fronte delle banche centrali, nuovi spunti sono attesi dai verbali relativi all’ultima riunione della Federal Reserve, che verranno pubblicati mercoledì, e dall’inflazione Usa, in agenda giovedì.
Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,099 e il cambio tra biglietto verde e lo yen scende a 147,9. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-1,5%) a 79,7 dollari al barile e il Wti (-1,5%) a 76 dollari.