Mercati asiatici – Contrastati con i cali di Cina e Hong Kong

Seduta contrastata per le principali borse asiatiche nonostante la chiusura in rialzo e i nuovi record di ieri a Wall Street.

Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente l’1,4 e lo 0,8%, seguite da Hong Kong (-2,5%). Bene il Giappone, in riapertura dopo la festività, con Nikkei +0,9% e Topix +0,7%.

Oltreoceano,  il Nasdaq ha terminato a +0,9%, lo S&P500 a +0,8% e il Dow Jones a +0,5%.

Gli investitori restano in attesa di ulteriori stimoli dal Governo cinese dopo la delusione per il mancato annuncio di nuovi incentivi ai consumi durante il briefing dello scorso fine settimana.

Secondo rumour, Pechino potrebbe raccogliere 6 trilioni di yuan (846 miliardi di $) da obbligazioni governative speciali ultra-lunghe in tre anni come parte dei suoi sforzi per rilanciare l’economia in difficoltà.

Inoltre, le banche cinesi sarebbero pronte a tagliare i tassi su 300 trilioni di yuan (42,3 trilioni di $) di depositi già questa settimana.

Spostando lo sguardo su Hong Kong, resta il focus sul discorso annuale di domani del leader John Lee, che, secondo le previsioni, darà priorità al rafforzamento dell’economia e stabilirà un programma che include un potenziale taglio alla tassa sugli alcolici nonché possibili misure per rafforzare lo status della città come centro finanziario.

Resta parallelamente l’attenzione sul proseguimento della stagione delle trimestrali con i conti, oggi, di big come Goldman Sachs, Bank of America e Citigroup.

Infine, sul fronte politico, l’amministrazione Biden starebbe valutando, secondo indiscrezioni, di limitare le vendite di chip AI di livello avanzato prodotti da Nvidia e altre aziende americane, una mossa che limiterebbe le capacità di alcuni Paesi nel segmento dell’intelligenza artificiale.

Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,088 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 149,5. Tra le materie prime, petrolio in netto calo con il Brent (-3,7%) a 74,6 dollari al barile e il Wti (-3,7%) a 71,1 dollari mentre si attenuano le preoccupazioni per un attacco di Israele alle strutture energetiche iraniane.